TARCONTE (Τάρχων, Tarchon)
Eroe eponimo della città di Tarquinî. Nella leggenda etrusca era guerriero, ordinatore di stati e sacerdote, figlio del re dei Misî, Telefo, e fratello di Tirreno, oppure uno dei compagni di quest'ultimo nella conquista dell'Etruria. Fu fondatore di Tarquinî e, secondo alcuni, anche di altre città: Pisa, Mantova, Cortona. A lui si doveva l'istituzione della dodecapoli in Etruria e nella regione Padana. Una versione, antica per alcuni, tarda per altri, ne fa il saggio depositario della disciplina etrusca, che egli avrebbe ricevuto da Tagete, sorto dal terreno, mentre T. arava un campo nei pressi di Tarquinî. Dalla saga tirrena T. passò nella leggenda italica, che lo mise in rapporto con l'eroe Caco e, forse, nella latina, che ne fa nell'Eneide di Virgilio un re etrusco alleato di Enea. La leggenda è una prova dell'importanza raggiunta dalla città di Tarquinî in Etruria e fra i popoli italici. T. è raffigurato, probabilmente, su un rilievo da Cervetri al Museo Laterano e, forse, in costume di aruspice, sopra uno specchio da Tuscania.
Bibl.: Müller-Deecke, Die Etrusker, 2a ed., Stoccarda 1877, I, p. 67 segg.; O. Waser, in Roscher, Lexikon der ... Mythologie, s. v. Tarchon; Mielentz, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., IV A, coll. 2296-2297; M. Pallottino, Uno specchio di Tuscania e la leggenda etrusca di Tarchon, in Rendic. R. Accad. Lincei, 1930, pp. 49-87.