TARCHEZIO (Ταρχέτιος, Tarchetius)
Secondo una leggenda narrata da Plutarco (Romul., 2) nel focolare del mitico tiranno di Alba, T., apparve per varî giorni un fallo misterioso. Consultato l'oracolo della dea Tethys, T. impose a una sua figlia di unirvisi, perché il figlio nato da questa unione avrebbe acquistato grande fama, ma quella inviò invece una serva. T., irato, voleva uccidere ambedue, ma, consigliato in sogno dalla dea Vesta, obbligò le due fanciulle a tessere una tela, finita la quale le avrebbe maritate; ma altre serve disfacevano il tessuto durante la notte. Nacquero alla serva due gemelli, che furono portati di nascosto vicino al fiume, dove furono nutriti da una lupa e dagli uccelli. Divenuti adulti tolsero il regno a T.
Benché alcuni tratti si ritrovino anche in leggende greche, questa è certamente sorta in ambiente italico, perché italico è il concetto di una divinità generatrice maschile del focolare. Inoltre abbiamo qui strette analogie con altre leggende italiche, specialmente con quelle della nascita di Servio Tullio e di Ceculo, il fondatore di Preneste. Forse in tutte dobbiamo riconoscere un'origine etrusca; etrusco sembra il nome T., che si ricollega a quello dei Tarquinî, e alla divinazione etrusca appartiene la dea Tethys. Se l'eguaglianza fallo-genio, tentata da alcuni studiosi, fosse sicura, si ricollegherebbe a questo gruppo di leggende anche quella sulla nascita dell'etrusco Tagete.
Bibl.: Schultz, in Roscher, Lexik. d. Mythol., s. v. Tarchetius; Marbach, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., IV A, col. 2294 segg.; F. Altheim, Griechische Götter im alten Rom, Giessen 1930, p. 53 segg.; L. Euing, Die Sage von Tanaquil, Francoforte sul M. 1933.