TARBAGATAI (A. T., 97-98)
Catena montuosa relativamente lunga e stretta, che si eleva ad E. della regione del Lago Balchaš e corre parallela all'Altai russo, in direzione NO.-SE., descrivendo un leggiero arco convesso verso SO. A levante si fonde con la catena del Mus Tau, elevantesi a 2500-3000 m. e culminante a 3690 m. con l'imponente massa del Saur. Il Tarbagatai propriamente detto si tiene con la linea di cresta fra 2400 e 1300 m., abbassandosi via via verso ponente. La valle trasversale del fiume Ajagus, che bagna Sergiopol e defluisce verso il Balchaš, separa il Tarbagatai propriamente detto dal Čingiz Tau, che ne forma il prolungamento naturale e che, sempre in direzione NO., continua sempre più basso sino a fondersi con i rilievi delle Steppe dei Kirghisi. Fra Sergiopol e il Saur, la catena ha una lunghezza di circa 350 km.; comprese le catene del Saur e del Čingiz Tau, si sviluppa per oltre 800 km. Come l'Altai, il tipo di rilievo è ad altipiano più o meno profondamente intagliato dall'erosione; si considera come un'antica catena a pieghe di grande ampiezza, spianata dall'erosione e successivamente sollevata di nuovo, limitata da faglie a gradinata. È costituita essenzialmente da terreni paleozoici; nelle cime dominano soprattutto groppe quarzitiche e cupole granitiche. Solo nel Saur vi sono ancora ghiacciai; numerose sono però le tracce di antica glaciazione, benché in generale meno intense che nell'Altai; dal Saur i ghiacciai scendevano lungo la valle del Kobu fino a 1700 m.
Non si conoscono nel Tarbagatai terreni cambrici né precambrici. Il Silurico è rappresentato da calcari e scisti, alternanti superiormente con porfidi e porfiriti. Su di esso è trasgressivo il Devonico, con quarziti, scisti e calcari subordinati; spesso accompagnati da intercalazioni di tufi porfirici e porfiritici. Alla fine del Devonico si ebbe un primo corrugamento; nelle sinclinali si depositarono poi conglomerati, arenarie, scisti e calcari del Carbonico inferiore marino, ancora con porfiriti e tufi; ad essi fa seguito la serie carbonifera produttiva con argilloscisti e arenarie in cui sono inclusi, massime presso Sergiopol, banchi di carbon fossile. Alla fine del Carbonico ebbe luogo l'intenso piegamento che diede origine alla catena e fu accompagnato da potenti intrusioni di masse granitiche, dioritiche, gabbriche. Dopo una lunga demolizione subaerea, la catena fu risollevata alla fine del Miocene, come un horst limitato da antiche fratture.