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TANTALO

di Carlo GALLAVOTTI - Enciclopedia Italiana (1937)
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TANTALO (Τάνταλος, Tantălus)

Carlo GALLAVOTTI

Insieme a Sisifo e a Tizio è uno dei puniti nell'oltretomba omerico (Odiss., XI, 582-592): rappresentato come un vecchio dentro a un laghetto, presso alberi carichi di frutta, ma non può di nulla giovarsi per la sete e la fame che lo tormentano, perché a ogni atto del suo desiderio l'acqua è pronta a ritirarsi e a prosciugarsi nell'alveo e il vento spazza i rami di frutta sino alle nubi, per volere divino. È uno dei miti più diffusi della mitologia classica.

In età posteriore alla primitiva fioritura dell'epica appaiono particolari abbondantissimi e varianti del mito, per i quali è difficile discernere i tratti originarî da quelli aggiunti e posticci, sicché l'origine e il significato di questo mito si perdono nella difficoltà dell'analisi. Figlio di Zeus e di Plute, T. fu re di Lidia o Frigia, e aveva la sua reggia in prossimità di Smirne, sulla catena del Sipilo, nella città di Tantalide; e si è messo in relazione il mito di T. con la notizia di un terremoto che distrusse questa città, cedendo al mare il terreno. Dei figli di T. sono famosi Pelope e Niobe e su Pelope punta una delle leggende relative alla punizione eterna di T.: questi uccise il figlio per imbandirlo maliziosamente in un convito agli dei, fra i quali Demetra ne consumò una spalla, mentre gli altri si accorsero dell'empietà. Oltre a generiche colpe che gli sono attribuite, chiese a Zeus la vita uguale ai divini; rubò l'ambrosia e il nettare dalle tavole degli dei per distribuirne fra i mortali; rubò Ganimede; e sostenne che il sole fosse puramente materia infuocata, negandone la divinità. Tratti essenziali comuni pare di scorgere col mito di Prometeo, benché una spiegazione naturalistica della leggenda sembri ancora la più seguita, e la più improbabile. Si tende forse ad accostarlo alla figura di Atlante, di cui pare ch'abbia comune la radice del nome (che significa "portare, sopportare"), senza pensare che l'idea della fatica, quasi della pena imposta ad Atlante di reggere il mondo è solo una sentimentale coloritura letteraria del mito. La spiegazione degli antichi, che vedevano in T. la personificazione dell'avarizia, non vale più di quella moderna, che lo identifica con il sole, il quale scende nel mare senza bere e caccia via sorgendo gli astri della notte (= i frutti del mito), o di quella che pensa la genesi della leggenda dalla pittura, male interpretata, del naufrago proteso verso un appoggio vegetale. Si preferisce mettere in disparte i tratti religiosi del mito, considerandoli come un'aggiunta prodotta dalla fioritura delle mistiche ideologie nella Grecia dei secoli VII e VI a. C., con un procedimento che appare piuttosto antiquato. È tuttavia da ricordare, in rapporto all'idea di T. come personificazione delle forze e dei cataclismi naturali, che buone fonti antiche ci rappresentano come pena di T. il terrore di una rupe che minacciando gli sovrasta eternamente sul capo.

L'arte figurata ebbe un soggetto frequentissimo in T., o solo o insieme a Tizio e a Sisifo; sappiamo da Pausania, X, 31, 12, che, nella figurazione dell'oltretomba nella Lesche dei Cnidî a Delfi, Polignoto unì nella stessa pittura i due tipi della pena di T., cioè la rupe incombente e il supplizio dell'acqua e della frutta.

Bibl.: E. Hylén, De Tantalo, Upsala 1896; O. Gruppe, Griech. Myth und Religionsgeschichte, Lipsia 1906, p. 1877 seg.; W. Schener, in Roscher, Myth. Lex., IV, ii, col. 75 segg.; C. Robert, Die griechische Heldensage, I, Berlino 1920, p. 286 segg.

Vedi anche
Niobe (gr. Νιόβη) Mitica figlia del re lido Tantalo e sposa del tebano Anfione; poiché, fiera della sua numerosa prole, si vantava di essere superiore a Latona, i suoi figli furono uccisi da Apollo e Artemide, figli della dea. Pur convertita in pietra dal dolore, non cessò di piangere. Il mito ebbe varie ... Pelope (gr. Πέλοψ) Mitico figlio di Tantalo, re di Lidia; capostipite della famiglia dei Pelopidi, a cui appartennero Agamennone e Menelao. Pelope fu ucciso, ancora fanciullo, dal padre che, per mettere alla prova l’onniscienza degli dei da lui convitati, servì le sue membra nel banchetto; ma gli dei, scoperto ... Tartaro (gr. Τάρταρος o τὰ Τάρταρα) Nella tradizione letteraria greca e latina, il luogo dove Zeus relegò i Titani vinti (ove pure, secondo un’altra tradizione, già Urano aveva relegato i Ciclopi). ● Nell’Iliade il Tartaro è nettamente distinto dagli Inferi (Ade), sede dei morti: è sotto l’Ade – in Esiodo sotto ... Ade (gr. ῞Αδης) Tra gli antichi Greci, nome del dio regnante sulle regioni dell’oltretomba. L’etimologia del nome è controversa: già in antico lo si derivava da un ἀ- privativo e dalla radice ἰδ- «vedere»: Ade sarebbe dunque l’«oscuro». Per estensione si chiama Ade il regno dei morti nella concezione pagana.  ● ...
Altri risultati per TANTALO
  • Tantalo
    Enciclopedia on line
    (gr. Τάνταλος) Protagonista di uno dei miti greci più diffusi, rappresentato spesso nell’arte classica con molte varianti e spiegazioni. Nella versione più comune del mito, T., figlio di Zeus e di Plutide (o Plutò), fu re di Lidia o di Frigia, padre di Pelope e di Niobe. Uccise Pelope per imbandirlo ...
Vocabolario
tàntalo
tantalo tàntalo s. m. [lat. scient. Tantalus, dal nome lat., Tantălus, del mitico Tàntalo, divenuto proverbiale per il supplizio a cui fu condannato nell’oltretomba (v. supplizio)]. – Nome comune di quattro specie di uccelli ciconiformi...
tantàlio
tantalio tantàlio s. m. [lat. scient. Tantalium, der. del nome del mitico Tàntalo, lat. Tantălus; fu così denominato dal suo scopritore A. G. Ekeberg perché non si scioglie negli acidi ed è quindi paragonabile a Tantalo, condannato nell’oltretomba...
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