BALIGANI, Tano (Tano de' Baleani o Balleani, Balignani, Tano Baleano, Tano di Filippuccio di Baligano, Tano dei Belligani, Tano da Iesi)
Originario di una celebre famiglia di Iesi, il B. nacque, con ogni probabilità, negli ultimi decenni del sec. XIII da quel Filippuccio che, insieme con i parenti Nicoluccio e Uguccinello, divenne, per breve tempo, signore di Iesi (1282). Il B., uomo d'arme, appare, per un ventennio, protagonista di parecchi episodi relativi alle tormentate vicende delle Marche, dilaniate dalle confuse e cruente lotte tra guelfi e ghibellini che, molto spesso, erano pretesto per vendette cittadine; egli si adattò perfettamente a tale clima, tant'è vero che, ghibellino nelle prime imprese, appare d'un tratto guelfo accanito negli ultimi anni della vita.
Nel 1306 il B. è alleato di Pandolfo e Ferrantino Malatesta, in una controversia che opponeva da tempo Fabriano a Iesi, in merito ad alcuni domini; il B. aveva occupato Senigallia, Fano e Pesaro, assediando invano Iesi. È incerto se già Benedetto XI (morto nel 1304) avesse deciso la controversia in favore di Fabriano; vero è che le lotte continuarono come si è visto anche dopo la morte di quel papa, se nel 1306, dopo l'impresa del B. verosimilmente, Clemente V ingiungeva al nipote Bertrand de Got (8 marzo 1306) di liberare Pesaro, Fano e Senigallia. Anche per l'intervento degli stessi Iesini, il B. e i Malatesta vennero sconfitti e sembra che il B., catturato, sia stato fatto fuggire proprio dagli Iesini che non avrebbero voluto infierire contro un concittadino. Dopo quest'episodio le notizie riguardanti il B. divengono frammentarie e confuse finché, nel 1321, 10 troviamo, ormai guelfo, in lotta contro i ghibellini della Marca e tre anni dopo (1324) all'assedio di Iesi, divenuta ghibellina, assedio che riuscì a portare felicemente a termine con l'aiuto degli Anconetani che volevano rifarsi della sconfitta di Camerata (1309); il B. divenne signore di lesi e donò agli Anconetani i castelli di Belvedere, Monte San Vito, Rocca di Fiumesino, Albarello e Orgiolo. Ai primi di luglio del 1326 andò in soccorso del castello di Morro mettendo in fuga i Fabrianesi che l'avevano assalito e, nel primissimi giorni dell'anno successivo, liberò il castello di Fornoli dall'assedio postovi dai Fabrianesi che avevano costituito una lega antiguelfa. Visti vani i tentativi di sconfiggere il B., nel 1328 Nicolò Boscareti, capo dei ghibellini della Marca, si rivolse a Ludovico il Bavaro che inviò forze maggiori sotto il comando dei conte Giovanni Chiaromonte di Sicilia; Iesi, assalita all'inizio del marzo, fu occupata dopo tre giorni, nonostante la strenua difesa del Baligani.
Il B. fu decapitato l'8 marzo 1328, non perché guelfo, bensì con il motivo d'aver tramato contro le istituzioni della città di Firenze che, poco prima, in considerazione del suo valore, l'aveva prescelto quale capitano; sembra che il B., prima di morire, abbia reso ampia confessione del tentato tradimento.
Fonti e Bibl.: G. Villani, Cronica,a cura di J. Moutier, II, Firenze 1845, p. 365; III, ibid. 1845, pp. 114 s.; L. Martorelli, Memorie historiche dell'antichissima e nobile città di Osimo,Venezia 1705, p. 166; P. A. Arniani, Memorie istoriche della città di Fano,Fano 1751, I, p. 241; G. Baldassini, Memorie istoriche dell'antichissima e regia città di Yesi, Iesi 1765, pp. 80, 81, 89 s., 97 ss.; A. Leoni, Istoria d'Ancona capitale della Marca anconitana,III,Ancona 1812, p. 199; S. Ammirato, Istorie fiorentine... con l'aggiunte di Scipiene Ammirato il Giovane,Firen7e 1824, III, p. 73; p. Grizio, Ilristretto delle istorie di 31esi,Iesi 1880, II, pp. 44, 48, 49, 51, 52, 57, 58, 59, 74, 76, 79, 80, 81, 82; C. Argegni, Condottieri, capitani, tribuni,III,Milano 1937, p. 304; M. Natalucci, Ancona attraverso i secoli,Città di Castello 1960, p. 357.