TANNU TUVA (A. T., 97-98)
TUVA Repubblica indipendente sotto il protettorato russo. Geograficamente il territorio da essa occupato comprende il bacino dell'alto Jenissei, limitato tutt'intorno da monti: a N. dalle creste e dai coni arditi dei M. Sajani, alti in media 2500 m. (cima massima il Munko Sardyk, 3500 m.), dai fianchi nudi e rocciosi, assai battuti dai terremoti che frequentemente scuotono la catena. A S. è la catena dei Tannu Ola (v.). A E. v'è la dorsale che segue la costa occidentale del Koso Gol e i M. Ulan e Khan Taiga e a O. la catena del Sailughem, frontiera naturale con la Russia. Tutto il territorio compreso in questa cornice montagnosa, ad eccezione di una porzione stepposa e ondulata a S. dell'Ulu-kem e del basso Kemchik, è ricoperto, fin dall'agosto, di neve. Vi si distinguono agevolmente tre zone: 1. La zona delle praterie, fino all'altezza di 1100 m., con insediamenti umani; 2. la zona delle foreste (abeti, larici), da 1100 a 2200 m., che copre i versanti e spesso ammanta le sommità, ed è popolata da una fauna quanto mai varia (orsi, lupi, lontre, castori, ecc.); 3. la zona oltre i 2200 m., tutta giogaie nude, dai pendii granitici scarsamente coperti di ontani e di rododendri nani. La catena dell'Ogarkha Ola traversa tutto il paese da est a ovest e lo divide in due regioni dal paesaggio nettamente diverso: quella a nord, coperta di folte foreste, e quella a sud stepposa, poco boscosa e polverosa, fino alle falde settentrionali dei Tannu Ola, dove la foresta riprende, ma meno rigogliosa che al nord. L'idrografia comprende i tre fiumi Kemchik, Chua-kem e Bei-kem, e relativi affluenti, i quali unendo le loro acque dànno origine allo Jenissei.
Circa 65.000 anime popolano il paese, di cui 50.000 indigeni. 12.000 Russi, il resto Cinesi e Mongoli.
La popolazione indigena è in massima parte costituita da tribù di pastori seminomadi. Esse portano il nome mongolo di Urianchai ("abitanti della foresta") e quello russo, di origine sconosciuta, di Soioti: ma chiamano sé stessi Tuba, che è un nome ricorrente tra i clan tradizionali finno-samoiedi. Il linguaggio dei Tuba appartiene in realtà al gruppo tatarico, ma la loro cultura conserva, meglio dei gruppi tatari o tatarizzati stanziati più a nord, varî caratteri della cultura artica e samoieda. L'abitazione, per es., è costituita dalla tenda conica ricoperta di scorze d'albero, con la sola eccezione dei gruppi più meridionali che hanno adottata la tenda mongola di feltro. L'economia, specialmente per le tribù della foresta, è basata sull'allevamento della renna, che ha qui la sua area più meridionale, staccata e assai lontana dai pastori di renne della regione del Bajkal e da quella del medio Jenissei. Mancano però delle imbarcazioni e curano poco la pesca, mentre sono cacciatori abili e attivi. La segregazione negli alti bacini montani li ha conservati esenti dagl'influssi religiosi dominanti nei paesi più aperti ad oriente (islamismo) e ad occidente (buddhismo) e i Tuba praticano in maggioranza un integrale sciamanesimo: il buddhismo ha tuttavia proseliti e luoghi di culto nei centri principali di popolazione del Tannu Tuva. Il tipo fisico è abbastanza simile a quello dei Mongoli, ma con un mongolismo un po' attenuato: il corpo è tarchiato e massiccio, la testa larga, la faccia molto larga e alquanto appiattita.
Fino al 1911, il territorio del Tannu Tuva, che ha una superficie di 165.000 kmq., col nome di Urianchai, faceva parte della Mongolia Esterna; ma, dichiaratosi indipendente in quell'anno, venne attratto nella sfera d'influenza della Russia, la quale cominciò ad avanzar pretese su di esso, col pretesto della tutela degl'interessi dei coloni russi che, fin dal 1870, erano venuti stabilendosi nel paese. E infatti, nel 1914, dopo solo tre anni d'indipendenza più nominale che reale, l'Urianchai veniva dichiarato protettorato russo. Passato sotto la giurisdizione cinese durante la rivoluzione bolscevica, il 23 settembre 1921, dopo l'occupazione sovietica di Urga, si proclamò repubblica indipendente sovietica col nome di Tannu Tuva.
Le risorse economiche ancora non bene conosciute né sfruttate, si riducono all'allevamento, attività principale degl'indigeni, e alla produzione mineraria, che per ora è limitata all'oro e all'asbesto ed è in mano ai Russi, i quali monopolizzano anche il commercio. L'esportazione dà soprattutto pelli e lane, l'importazione comprende manufatti di vario genere e ferro.
Secondo la costituzione adottata nel 1924, il supremo potere è nel Grande Khuruldan, composto di rapresentanti regionali, eletti da tutti i cittadini di almeno 22 anni di età, ad esclusione dei nobili e dei preti. Il Grande Khuruldan, composto di 70 membri, si riunisce una volta l'anno ed elegge il Piccolo Khuruldan, corpo legislativo di 30 membri che si raduna 4 volte l'anno e che elegge a sua volta il presidente e i membri del governo. La capitale è Qizil Khoto (in russo Krasnyj, con circa 10.000 ab.), l'antica Kem Belder. Le comunicazioni sono ancora primitive. Quelle con la Russia sono affidate anche a un servizio di vapori sovietici sullo Jenissei, servizio che giunge fino a Minussinsk. Qizil è unita alla Siberia da una linea telegrafica.
Bibl.: D. Carruthers, Unknown Mongolia, Londra 1913; id., Exploration in North-West Mongolia and Dzungaria, in Geogr. Journal, XXXIX, ivi 1912; Bounak, Un pays de l'Asie peu connu: Le Tannu Tuwa, in International Geographical Archives, 1928; F. Grénard, Haute Asie, in Géographie Universelle, VIII, Parigi 1929.