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Viel, Tanguy

Lessico del XXI Secolo (2013)
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Viel, Tanguy


Viel, Tanguy. ‒ Scrittore francese (n. Brest 1973). Nel romanzo d’esordio, Le black note (1998), il jazz fa da sfondo a una scrittura pronta alla manipolazione degli stereotipi narrativi. Il successivo Cinéma (1999; trad. it. 2002) ha confermato questa tendenza servendosi dell’ultimo film di Joseph Mankiewicz, Sleuth (1972; Gli insospettabili), in cui la trama finisce per confondersi con la vita del narratore. Ne L’absolue perfection du crime (2001; trad. it. 2004), con cui ha ottenuto in Francia uno straordinario successo di pubblico e di critica, visita il mito moderno dell’hold-up, reinventando i paesaggi della mitologia dei gangster e proponendo un dramma familiare attraverso un’esperienza di sdoppiamento, in un’atmosfera da film in bianco e nero. Il successivo Insoupçonnable (2006; trad. it. 2006) narra una storia sul male di vivere della ‘gioventù normale’, attraverso due perdenti alla ricerca di un’intensità della vita che non sanno essi stessi definire. Paris-Brest (2009; trad. it. 2010) racconta infine il ritorno a casa, a Brest, la città della Bretagna maldestramente ricostruita dopo la guerra, di un giovane diventato scrittore a Parigi. Con una scrittura dal ritmo ipnotizzante, V. crea uno spietato ritratto di famiglia, i cui protagonisti si dibattono tra ciò che immaginano di essere e ciò che realmente sono.

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