TAMLUK
Sito posto sulla riva destra del fiume Rūpnanārāyan, nello stato indiano del Bengala. Sebbene l'esatta identificazione e localizzazione siano ancora oggi argomento di discussione, T. secondo alcuni studiosi sarebbe da identificare con l'antica Tamraliptī, la Tamalitès di Tolemeo (Geog., vii, I, 73) e forse con la città mercantile conosciuta come Gange nel Periplo del Mare Eritreo (63). Situata alle foci del Gange, era tra i più importanti empori dell'India antica, di certo il porto principale della costa nord-orientale, dove affluivano mercanzie dalle rotte marittime (India meridionale, Asia sud-orientale e Cina) e dall'entroterra (Deccan, pianura gangetica e regioni del Nord-Ovest). T. era famosa soprattutto per il commercio del rame grezzo e lavorato, dei tessuti e dei cavalli provenienti dall'Asia centrale ed esportati in Indocina e in Cina.
Oltre a essere citata in diverse fonti epiche e religiose - il Mahāvaṃsa (ΧΙ, 38) e il Dīpavaṃsa (III, 33) indicano in questa città (in lingua pāli Tāmalitti) il porto da cui venne inviato a Śrī Laṅka un ramo dell'albero della Bodhi - Tamraliptī viene menzionata come centro culturalmente e artisticamente attivo nei resoconti dei pellegrini cinesi Faxian, Xuanzang e Yijing che la visitarono tra il V e il VII/VIII secolo.
Limitati scavi, diretti da M. N. Deshpande nel 1954, hanno permesso di stabilire l'antichità del sito di T., evidenziando una sequenza cronologica che dal Neolitico giunge fino all'epoca moderna. Ceramiche di impasto grigio e lamine su pietra, tipiche del Neolitico, sono i materiali che caratterizzano il periodo I; a questo segue, dopo un intervallo, il periodo II, attribuito a epoca maurya e śuṅga, in cui sono documentati frammenti di Ceramica nera polita del Nord (Northern Black Polished Ware, NBPW) e di ceramica nera ingubbiata, oltre a ceramica rossa, figurine fittili e monete in rame. Il periodo III, ascrivibile ai primi due secoli dell'era volgare, è caratterizzato dall'introduzione di nuove fabbriche ceramiche, che si ispirano a modelli occidentali (sigillata romana): una ceramica a lustro con incisioni concentriche, la Rouletted Ware, importata dalle regioni meridionali e abbondantemente attestata ad Arikamedu e in molti siti del Deccan orientale, e la Ceramica ingubbiata rossa (Red Polished Ware), originaria dei siti dell'India occidentale; sono inoltre attestati in questo periodo una vasca monumentale in mattoni con argini a gradini e un pozzo ad anelli modulari (ring well). Il periodo IV è stato datato a epoca kuṣāṇa e gupta in base al rinvenimento di figurine fittili, tra le quali è degna di nota una placca frammentaria raffigurante un personaggio femminile reso con un modellato aggraziato e con le vesti trasparenti, di tradizione gupta.
Uno scavo condotto nel 1975 da S. K. Mukherjee è servito per lo più a colmare il vuoto nella sequenza cronologica tra il Neolitico e il primo periodo storico. Le più antiche evidenze sono manufatti neolitici come lamine su pietra e ossa lavorate, rinvenute insieme a diverse forme della Ceramica rossa e nera (Black and Red Ware), caratteristiche del Calcolitico; a varianti atipiche di Ceramica rossa e nera si succedono assemblaggi di NBPW e di ceramica nera ingubbiata; pertinente a questo periodo è una pavimentazione bruciata, con buche di palo. Tracce di continue distruzioni causate dalle piene alluvionali del fiume sono documentate per i periodi śuṅga e kuṣāṇa.
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