TALAMONE (A. T., 24-25-26 bis)
Piccolo scalo marittimo della Maremma Toscana, 15 km. a sud-est dalla foce dell'Ombrone, frazione del comune di Orbetello da cui dista 23 km. di rotabile. L'abitato, di modesto aspetto, sorge a ridosso della punta, estremo meridionale dei Monti dell'Uccellina, che chiude a nord il golfo cui dà il nome, dominato dai resti dell'antico castello; conta 363 ab. È sede di delegazione di porto. A 4 km. la stazione ferroviaria della linea Livorno-Roma.
Storia. - L'antica Telamon, per l'omonimia con Telamone, uno degli Argonauti, si disse da essi fondata. Ebbe costituzione propria se, come pare, si devono a essa attribuire le monete etrusche con l'iscrizione tla. Essa è famosa soprattutto per la vittoria, che nei suoi pressi i consoli romani del 225, L. Emilio Papo e C. Attilio Regolo, riportarono sui Galli. Mario sbarcò a Telamone ritornando dall'Africa e nell'82 la città fu devastata dalle truppe di Silla; dopo di che non ritornò più all'antico stato e infine fu abbandonata e scomparve. Essa era situata non dov'è l'odierna Talamone sulla punta di Talamone (Τελαμὼν ἄκρον), ma sulla collina di Talamonaccio, detta un tempo anche Talamone vecchio, che sorge sulla sponda orientale del golfo, presso la via Aurelia, della quale Telamone era una stazione ricordata dagli itinerarî. L'abitato corrispondente all'odierna Talamone dovette sorgere, sul promontorio omonimo, per servizio del porto cresciuto durante l'impero per l'abbandono della vicina Telamone. Non dové mantenersi durante l'alto Medioevo, ma risorse verso il 1000, e fu sottoposto ai monaci di S. Salvatore sul Monte Amiata, finché Siena non lo comprò da questi, incapaci di difenderlo contro gli Aldobrandeschi (1303). Grandi speranze, derise da Dante, suscitò nei Senesi quest'acquisto, che rimase sterile di risultati. Era già iniziata la decadenza della Maremma, dovuta soprattutto alla malaria, e Talamone ne sofferse gravemente per il contatto con una palude ormai divenuta pestifera. Così che la gente di mare, chiamatavi dalla Liguria e dalla Catalogna, se ne tornava via o vi periva. Il commercio, d'altra parte, era scarso per la decadenza di Siena e per l'incapacità di avviarlo attraverso quel porto che nessuna flotta difendeva. Una modesta, ma effimera, prosperità Talamone ebbe soltanto quando Firenze v'incanalò parte del suo traffico (1356-64), ma ebbe anche a soffrirne per le vendette dei Pisani. Affittato a privati liguri, catalani, senesi, senza risultato; assalito, preso, devastato da questa o quella flotta nemica, continuò a vivacchiare, e quando, nel 1414, Siena occupò l'Argentario, dové dividere con Port'Ercole il poco traffico e le modeste cure della dominante. Preso dal Doria al servizio del papa nel 1526, devastato da Khair ad-din Barbarossa nel 1544, passò agli Spagnoli nel 1556, e formò il più piccolo dei loro "presidî" di Toscana, sotto il governatore militare di Orbetello. Da allora seguì le vicende di Orbetello, al cui comune fu infine aggregato. Il 7 maggio 1860 vi sbarcò Garibaldi per distaccare la colonna Zambianchi. Recentemente è stata compiuta la bonifica del padule per la rivalorizzazione di questa bella e suggestiva zona.
Bibl.: Bullettino dell'Instituto, 1851, p. 5 segg.; Notizie degli scavi, 1877, p. 244; 1878, p. 129; 1887, p. 230 segg.; 1888, p. 628 segg.; 1892, p. 108; 1908, p. 100; 1919, p.260; 1930, p. 300; Milani, in Studi e materiali di archeologia e numismatica, I (1899), p. 125 segg.; id., Il R. Museo archeolog. di Firenze, I, p. 66 segg.; II, tavv. CIV-CVI; H. Nissen, Italische Landeskunde, II, Berlino 1902, p. 309; Vitali, in Studi etruschi, II (1928), p. 429 segg.; VII (1930), p. 321 segg.; G. Dennis, Cities and cemeteries of Etruria, II, Londra 1883, p. 235 segg.; Lenzi, I porti della Maremma toscana, in Monografia stor. dei porti dell'antichità, I, p. 217 segg.; Mueller-Deecke, Die Etrusker, I, Stoccarda 1877, pp. 414-15; L. Banchi, I porti della Maremma senese, in Archivio storico italiano, s. 3a, X-XII (1869-71); A. Solari, Topografia storica dell'Etruria, II, 2a ed., Pisa 1920, p. 157.