TAKIS
(pseud. di Vassilakis, Panayotis)
Scultore greco, nato ad Atene il 29 ottobre 1925. Completati gli studi liceali ad Atene, si dedicò da autodidatta alla scultura; al 1946 risalgono le sue prime prove (presentate nel 1952 all'Esposizione internazionale di Delfi), in gesso o in legno, busti e figure totemiche ispirati dalla statuaria arcaica e dalle opere di A. Giacometti. Due anni più tardi prese ad alternare soggiorni a Parigi, Londra e Roma con il lavoro in una fonderia nei dintorni di Atene, e per le sue opere, di forte impronta antropomorfica, sperimentò pietra e metallo (Sphinx, 1954, Salernes, Fondation Les Treilles; Déesse assise, 1954, Houston, The Menil Collection). Stabilitosi a Parigi (1955), avviò una fase d'intensa elaborazione, incontrando Y. Klein e J. Tinguely, frequentando l'ambiente dei Nouveaux Réalistes e rimanendo attratto dalle soluzioni di A. Calder. Con la serie Signaux, esposta alla galleria Furstenberg (1955), cominciò a definire la sua ricerca tesa alla rappresentazione simbolica del paesaggio tecnologico (segnali ferroviari, stradali, antenne, ecc.). Accanto ai Signaux, lunghe e flessibili aste di metallo coronate da objets trouvés (Signal, 1955, Parigi, Musée national d'art moderne), presentò la serie Espaces intérieurs, sfere in bronzo contenenti energia (in forma di polvere pirica), che trovarono un'applicazione ideale in happenings intitolati Signaux, Feux d'artifice, allestiti, tra il 1957 e il 1958, nelle strade di Parigi. Muovendosi nell'ambito della ricerca cinetica, dal 1959 cominciò a esplorare le possibilità espressive offerte dall'''energia invisibile'' dei campi d'attrazione magnetica, realizzando le prime sculture telemagnetiche consistenti in una serie di elementi metallici sospesi nello spazio dall'azione di una calamita (Télésculpture, 1959, Atene, coll. priv.; Mur magnétique 8 (blanc), 1961, Parigi, Musée national d'art moderne). Nel 1960 presentò alla galleria Iris Clert L'Impossible, un homme dans l'espace, un evento nel cui ambito il poeta S. Beiles, dopo aver letto il Manifeste magnétique, rimaneva per pochi istanti sostenuto nel vuoto da campi magnetici.
Da questo momento si succedono a ritmo incalzante nuove serie di opere basate sulle possibili interazioni tra spazio, oggetti e forze elettromagnetiche. Accanto ai Ballets magnétiques e alle Télélumières (Télélumière II, 1963, Parigi, Musée national d'art moderne) T. presenta i Murs magnétiques e le Télépeintures, nelle quali il rapporto tra illuminazione, movimento e superfici colorate gioca un ruolo fondamentale (Mur magnétique 9 (rouge), 1961-72, Parigi, Musée national d'art moderne); i Signaux si trasformano in Signaux lumineux (Signal lumineux, 1964, Parigi, coll. priv.), mentre con le Sculptures musicales T. sperimenta la possibilità di produrre suoni (Musical, 1966, Parigi, JGM Galerie). Una borsa di studio per il Center of advanced visual studies presso il Massachusetts Institute of Technology (MIT) a Cambridge (1968-69) gli consente di sperimentare diverse forme d'interazione e nuove fonti di energia. Con la Sculpture hydromagnétique applica ai liquidi la forza magnetica, mentre in Roue de bicyclette ''The perpetual moving bycicle wheel of Marcel Duchamp'' (1968, Parigi, coll. priv.), in collaborazione con A. Sonin, professore al MIT, utilizza energia prodotta dal moto perpetuo del mare. Sperimentatore instancabile, dagli anni Settanta T. si è dedicato con particolare interesse all'allestimento di spettacoli teatrali (musiche e scenografie per Elkesis, 1973, Amsterdam, Festival nazionale di Olanda; musiche per Les Vacantes, 1973, Parigi, Théâtre de l'Odéon), performances ed environments incentrati sul tema delle sculture musicali (1974, Hannover, Kunstverein; 1977, Kassel, Documenta vi; con N.J. Paik, 1979, Colonia, Kölnischer Kunstverein; 1981, Parigi, Forum du Centre Georges Pompidou). Negli stessi anni le sue opere, che presentano elaborate sequenze di variazioni sul tema (Musical lumineux, 1980, Parigi, Musée d'art moderne de la Ville de Paris; Musique et espace, 1992, Nîmes, Musée des beaux-arts), hanno cominciato a confrontarsi con la dimensione monumentale (Signaux, 1982, Salernes, Fondation Les Treilles; Signaux lumineux. Vis d'Archimède, 1984-90, Parigi, Grande Arche de La Défense; Signaux, 1988, Sŏul, Parco olimpico della scultura; progetto per la sistemazione della stazione metrò Reynerie a Toulouse, 1993).
T. è stato presente alle più significative rassegne tematiche nazionali e internazionali (Lumière et mouvement, 1965, Berna, Kunsthalle; The machine, 1967, New York, Museum of modern art; Electra, 1983, Parigi, Musée d'art moderne de la Ville de Paris); nel 1972 e nel 1993 a Parigi, presso il Centre national d'art contemporain, gli sono state dedicate due importanti mostre retrospettive. Ampiamente apprezzato dalla critica, nel 1988 ha ricevuto a Parigi il Grand Prix national de sculpture. Tra i suoi scritti: Estafilades, 1961; Les fleurs poussent si on les regarde, 1993. Vedi tav. f.t.
Bibl.: N. e. H. Calas, Takis, Parigi 1984; D. Viéville, Takis, ivi 1993. Cataloghi di mostre: W. Andersen, The evidence of unseen, , New York 1969; AA.VV., Takis, Parigi 1972; H. Teicher, Takis espace musical, Ginevra 1986; D. Ilipoulou-Rogan, Takis, Salonicco 1990; AA.VV., Takis: Musique et espace, Nîmes 1992; AA.VV., Takis, Parigi 1993.