ṬAHMĀSP
. Portarono questo nome due sovrani di Persia della dinastia dei Ṣafawidi.
Ṭ. I, figlio del fondatore della dinastia, Ismā‛īl nacque nel 919/1514, succedé al padre nel 930/1524, ed ebbe un lunghissimo regno di 52 anni, morendo nel 984/1576. Non fu pari al valore paterno; arginò a mala pena, e in continua difensiva, la pressione dei Turchi ottomani in Mesopotamia, concludendo nel 1555 una pace con Solimano, che serbò alla Persia Baghdād e il ‛Irāq sino all'invasione di Murād IV; e abbandonò alla sua sorte, per denaro, il principe Bāyazīd, figlio di Solimano, che, dopo essersi rivoltato al padre, aveva cercato rifugio presso di lui. Alcuni successi riportò per contro sul confine orientale contro gli Uzbeki. Lasciò memorie autobiografiche, edite e tradotte da P. Horn, in Zeitsch. der deutsch. morgenl. Gesell., XLIV (1890), 563-649.
Ṭ. II, figlio di scià Ḥusain, ebbe un effimero regno, sullo sfasciarsi della dinastia ṣafawide. Nel 1722, mentre gli Afghāni assediavano la capitale Iṣfahān, fu dichiarato erede al trono, e tentò di organizzare la resistenza nel paese, chiedendo anche l'aiuto di Pietro il Grande. Le vittorie dell'afshāride Nādir contro gli Afghāni, con la riconquista di Iṣfahān, parvero per un momento restaurare la sua fortuna, ma presto Nādir rivelò le sua velleità d'indipendenza e cogliendo l'occasione di un trattato svantaggioso concluso da Ṭ. II con i Turchi, lo depose nel 1732 ponendo sul trono il figlioletto di lui ‛Abbās III, e quattro anni dopo assumendo direttamente la corona di Persia. Ṭ. fu tenuto prigioniero, e nel 1151-1739, mentre Nādir era alla spedizione d'India, fatto uccidere dal figlio dell'usurpatore.