ṬĀHĀ HUSAYN
. Letterato egiziano, nato a Maghāghah nel 1889, professore all'Università egiziana del Cairo. È una delle più rappresentative figure della letteratura araba moderna. Appassionato studioso delle letterature e del pensiero europeo, ha cercato di adattarne le forme e gli spiriti al mondo tradizionale arabo, assumendo spesso posizioni di un radicalismo spinto, nella critica letteraria e di fronte ai problemi religiosi musulmani, che hanno suscitato vivaci polemiche.
Ricordiamo fra le sue opere gli studî su Abū l-‛Alā' al-Ma‛arrī (1914), e Ibn Khaldūn (1917), i saggi critici raccolti sotto il titolo Ḥadīth al-Arba‛ā', (Conversazioni del mercoledì, 1925-26), il volume Fī sh-shi‛r al-giāhili (Sulla poesia preislamica, 1926, rifuso e ampliato nel 1927 col titolo Fī l-adab al-giāhilī, sulla cultura preislamica) dove veniva impugnata l'autenticità di gran parte del patrimonio poetico arabo più antico; il fine libretto di memorie autobiografiche al-Ayyām (I giorni, 1929), che ha incontrato gran favore per il suo valore artistico, ed è stato tradotto in francese, inglese e russo. T. H. ha anche tradotto in arabo opere classiche, come pagine scelte dei tragici greci (1920), e l'aristotelica Costituzione degli Ateniesi (1921).