tagliata
Termine del linguaggio militare, che indicava " un'opera di difesa fatta d'un fosso con parapetto di terra e d'alberi tagliati, a fine di difendersi, o di ritardare la marcia del nemico " (Tommaseo [Dizionario], che cita tra gli altri quest'esempio del quattro-cinquecentista Goro Gheri: " e lì fanno sbarre e tagliate per fare difficile il transito de' Franzesi, quando volessino fare quella via ").
Ricorre nel Fiore, dov'è usato in senso figurato, per indicare gl'impedimenti segretamente eretti da Falsembiante al fine d'impedire l'ascesa dei suoi avversari: e se per avventura noi sappiamo / com' e' possa venire a dignitate, / nascosamente noi facciam tagliate, / sì che di quella via no' il ne gittiamo (CXVI 7).
L'immagine è diversa da quella del Roman de la Rose, dove Jean immagina Falsembiante nell'atto di tagliare i pioli della scala ai suoi nemici: " A saveir nous estudions / Par quel eschiele il peut monter, / E, pour lui meauz prendre e donter, / Par traïson le diffamons / Vers ceus, puis que nous ne l'amons. / De l'eschiele les eschillons / Ainsinc copons, e le pillons / De ses amis, qu' il ne savra / Ja mot que perduz les avra " (vv. 11646-54).