Il vocativo è un elemento nominale (1) o più raramente pronominale (2) che serve a richiamare l’attenzione di un destinatario rivolgendogli la parola, e a identificarlo selezionandolo fra diversi possibili [...] personale ed il suo uso sociale, in Id., Salvi & Cardinaletti 1995, pp. 350-375 e 554-559.
Renzi, Lorenzo (2010), Il vocativo, in Grammatica dell’italiano antico, a cura di G. Salvi & Id., Bologna, il Mulino, 2 voll., vol. 2º, pp. 1305-1312 ...
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In grammatica e in linguistica, caso della declinazione latina e greca, e anche di altre lingue flessive, antiche e moderne, che esprime il chiamare, il richiamare o l’invocare, persone, divinità e altri [...] esseri animati, o anche cose (manca generalmente di un morfema specifico e la sua funzione è spesso esplicata, specie nel plurale, dal nominativo); o vocativo è la particella che, in italiano e in altre lingue, esprime la funzione vocativa. ...
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fili
Fernando Salsano
Il vocativo latino ricorre in Vn XII 3 Fili mi, tempus est ut praetermictantur simulacra nostra, ed è la forma adoperata in quasi tutte le battute attribuite, nell'episodio, al [...] fantasma di Amore. Non si esprime qui un rapporto, sia pure metaforico, di parentela, ma solo un moto sentimentale. D. infatti apostrofa Amore come segnore (§ 5), e nella ballata che segue si dice suo ...
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o
La particella latina, adoperata a introdurre un vocativo, apre il saluto con cui Cacciaguida accoglie D.: O sanguis meus, o superin fusa / gratïa Deï, sicut tibi cui / bis unquam coeli ianüa reclusa? [...] (Pd XV 28) ...
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Dieu
Gianluigi Toja
Sostantivo francese, " Dio ": il caso diretto (vocativo) ricorre nel discordo attribuito a D. (Rime dubbie V) al v. 10 Ai Dieus, quante malure. ...
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meus
Il nominativo del possessivo latino è adoperato, con funzione di vocativo, nell'apostrofe con cui Cacciaguida si rivolge a D.: O sanguis meus... (Pd XV 28; cfr. Aen. VI 83 " proice tela manu, sanguis [...] meus ") ...
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lettore
Antonio Lanci
Nel senso proprio di " colui che legge ", il termine ricorre spesso nella Commedia, nella forma del vocativo, quando D. si rivolge, appunto, ai suoi l.: If VIII 94 Pensa, lettor, [...] se io mi sconfortai / nel suon de le parole maladette; Pg VIII 19 Aguzza qui, lettor, ben li occhi al vero; Pd X 7 Leva dunque, lettore, a l'alte rote / meco la vista; e ancora: If XVI 128, XX 19, XXV ...
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madonna
Antonio Lanci
Ricorre con discreta frequenza, specialmente nella Vita Nuova e anche nel Fiore, nel significato di " signora ", appellativo di riverenza della donna; è usato per lo più al vocativo, [...] ma anche come soggetto o apposizione del soggetto di terza persona: Vn XVIII 4 Madonne, lo fine del mio amore fue già lo saluto di questa donna; Rime LXXXV 12 Madonna, la venuta nostra / è per raccomandarvi ...
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Forma di canto popolare italiano, di varia figura metrica: la più antica sembra quella del distico rimato, cui fu poi premesso un quinario, contenente l’invocazione a un fiore, a una pianta, un vocativo [...] in genere, oppure un’esclamazione. Strofe di s. formate di tre endecasillabi legati (per es. ABB, ACC, CDE) furono usate anche da G. Pascoli. Nato probabilmente in Toscana, non prima del 17° sec., è assai ...
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vocativo
agg. e s. m. [dal lat. vocativus, der. di vocare «chiamare», nell’espressione casus vocativus, traduz. del gr. κλητικὴ πτῶσις «caso usato nel chiamare»]. – In grammatica e in linguistica, caso v., o semplicem. vocativo s. m., caso...
figliolo
figliòlo (letter. figliuòlo) s. m. (f. -a) [lat. filiŏlus, dim. di filius (f. filiŏla)]. – 1. a. Figlio. Le due voci non differiscono nel sign. fondamentale, ma figliolo è (almeno nell’uso di alcune regioni, e spec. in Toscana) parola...