Figura retorica che consiste nella ripetizione dell’ultima parte di un segmento sintattico (prosa) o metrico (verso) nella prima parte del segmento successivo; risponde a una semantica di tipo aggiuntivo e la seconda occorrenza è un’espansione della prima: «Noi assistiamo […] grandi malati: malati di quella strana e talora paurosa malattia» (C.E. Gadda) ...
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L’epanalessi (dal gr. epanálēpsis «ripetizione», in lat. geminatio, iteratio o reduplicatio) è una figura retorica che consiste nel ripetere, raddoppiandoli, una parola o un segmento discorsivo all’interno, [...] al centro o alla fine di una identica unità testuale. Essa tende all’amplificazione emozionale del discorso, dato che il termine ripetuto crea una tensione comunicativa per le operazioni interpretative. ...
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Nella retorica classica e nella linguistica testuale moderna il termine anadiplosi (lat. conduplicatio, adiectio, reduplicatio, e in greco anche epanidiplōsis «reduplicazione», epanastrophē «ritorno», [...] palilloghìa «ripetizione») indica ogni ripetizione di parole in quanto «ripetizione dell’uguale» tra due segmenti discorsivi di cui il primo termina con l’espressione che si ripete all’inizio del secondo, ...
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anadiplosi
Francesco Tateo
. Figura retorica, consistente nel ripetere all'inizio di una frase o di un verso l'ultimo termine della frase o del verso precedente. Priva di denominazione in Quintiliano, [...] la spera più tarda, Pd III 50-51.
Più riconoscibile è lo schema dell'a, quando si considerino alcuni casi in cui la reduplicatio cade all'interno del verso, al confine fra due membri sintattici: se non etterne, e io etterno duro, If III 7; per questo ...
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ONESTI, Guido
Antonio Montefusco
ONESTI, Guido (Guido del Duca). – Nacque intorno al 1170 da Giovanni Duca, verosimilmente figlio di Giovanni Onesti.
L’appellativo ‘del Duca’ (in alternanza con ‘Duca’), [...] p. 209] e del 1199 [Casini, 1894, p. 22, n. 2]) poiché visibilmente afflitto da errore o lacuna, dovuta presumibilmente a reduplicatio: se il padre e il nonno erano omonimi, dunque, Giulio Morigi nel ricopiare le schede di Carrari (Ricci, 1891, p. 3 ...
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Termine con cui la retorica antica designava alcuni tipi di espressione alieni dal parlare usuale adoperati per "ornamento" (v. retorica).
Solo verso la fine del sec. I a. C. diviene usuale la distinzione [...] 20): p. es., Quis eos postulavit? Appius. Quis produxit? Appius. Unde? ab Appio (Cic., Mil., 59).
6. 'Αναδίπλωσις o reduplicatio, quando quae in superiore membro postrema ponuntur, in posteriore prima repetuntur (Aquila, 32): p. es., Tu cun principem ...
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ridere [la forma ridia, ind. imperf. III singol., è adoperata in Fiore CXLI 5]
Emilio Pasquini
Il verbo è di largo impiego nella Commedia (ma escluso, non casualmente, dalla prima cantica) e inoltre [...] rise / che lo splendor de li occhi suoi ridenti / mia mente unita in più cose divise (in un passo incentrato sulla ‛ reduplicatio ' delle parole-tema di ‛ gioia '-‛ luce '); X 118 Ne l'altra piccioletta luce ride / quello avvocato de' tempi cristiani ...
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reduplicazione
reduplicazióne s. f. [dal lat. tardo reduplicatio -onis]. – L’azione di reduplicare, il fatto di venire reduplicato. Letter. e raro in usi generici, è specifico nella terminologia di due discipline: 1. In linguistica, ripetizione...