Termine introdotto dal filosofo C. Morris (pragmatics) per indicare quella parte della semiotica che studia i segni in relazione ai loro utenti, e quindi al contesto e al comportamento segnico e linguistico attraverso cui si realizza il processo di significazione. Complementare alla semantica e alla sintattica, le altre due branche in cui Morris aveva suddiviso la semiotica, la p. nasce all’interno ...
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Glottodidattica
Benedetta Baldi
Negli ultimi anni la g. si è trasformata in una disciplina scientifica autonoma elaborando uno specifico quadro concettuale e teorico. Ne consegue un'evoluzione non soltanto [...] l'abbandono di generalizzazioni astratte e, spesso, contraddittorie. Il contributo di discipline relativamente nuove - la sociolinguistica, la pragmalinguistica e la linguistica del testo e del discordo - ha posto le basi per definire gli elementi ...
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Un enunciato contiene tipicamente (ma non necessariamente) informazioni di due tipi; una parte indica qualcosa che parlante e ascoltatore sapevano già: dà cioè un’informazione data; un’altra indica qualcosa [...] :
(8) Vi sono poi le passioni che sorgono dalla vanità. Le ha molto ben descritte Stendhal (R. Sornicola, Pragmalinguistik/Pragmalinguistica, in Lexikon der Romanistischen Linguistik IV, Tübingen, Niemeyer, 1988, p. 179).
Nella seconda frase di (8) l ...
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Comunicazione
Raffaele Simone e Lucio D'Amelia
Derivato dal latino communis, "comune a molti o a tutti", il termine comunicazione indica in generale l'attività del comunicare: esso si applica a ogni [...] sopra), sia pragmatico. Questo termine proviene da un recente approccio allo studio del linguaggio (la pragmatica, o pragmalinguistica), che indaga le azioni sociali svolte dall'emittente sul ricevente mediante la comunicazione e gli effetti prodotti ...
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