Attore e capocomico (n. presso Rimini 1786 - m. Roma 1867). Dal 1811 al 1823 fu socio con E. Marchionni, A. Belloni, F. Meraviglia e C. Calamari in un complesso che da modesti inizî si affermò poi tra [...] Rimini di S. Pellico (1818); fu quindi con R. Mascherpa socio di F. Pelzet, e scelto come interprete da G. B. Niccolini per Giovanni da Procida e Lodovico Sforza; quindi capocomico, dal 1836 al 1863, riuscì a formare ottime compagnie (prime attrici ...
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teatro Edificio o complesso architettonico costruito e attrezzato per rappresentazioni sceniche.
Spettacolo, sia come singola rappresentazione teatrale, sia come genere.
Il t. come edificio: l’antichità
In [...] del romantico Hernani (1830).
Sulla scena italiana il Romanticismo acquistò caratteri religiosi con A. Manzoni, e patriottici con G.B. Niccolini e S. Pellico. I loro interpreti furono spesso degni intermediari del nuovo spirito risorgimentale ...
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Mercante e uomo politico (Firenze 1489 - ivi 1538). Fratello di Lorenzo, inizialmente oscillante tra la collaborazione con i Medici e il sostegno al governo repubblicano, fu infine uno dei capi dei fuorusciti [...] politiche, S. meritò, per i tragici casi degli ultimi suoi anni, d'essere innalzato dalla tradizione patriottica del Risorgimento (cfr. tra l'altro la tragedia Filippo Strozzi di G. B. Niccolini) a precursore e simbolo dei martiri della libertà. ...
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Nobile romana (1577-1599); protagonista della tetra vicenda che provocò la rovina della sua famiglia; figlia di Francesco (1549-1598), uomo dissoluto e violento, fu confinata con la matrigna Lucrezia Petroni [...] romana"), fu oggetto di una letteratura vastissima: si ricordano i racconti dello Stendhal e di Dumas padre, le tragedie di Shelley, di Słowacki e di G. B. Niccolini, i romanzi dell'Ademollo e del Guerrazzi, i drammi di A. Artaud e A. Moravia. ...
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(gr. Μήδεια, lat. Medēa)
Mitologia
Eroina della mitologia greca, figlia di Eeta re della Colchide, fratello di Circe e di Pasifae, e della Oceanide Idyia. Ma secondo un'altra tradizione sua madre sarebbe [...] 'età moderna, ispirandosi a Euripide e Seneca, celebrarono il mito di Medea, tra gli altri, P. Corneille (1635) e G. B. Niccolini (1814 circa) con le tragedie omonime, Fr. Grillparzer con la terza parte della trilogia classica Il vello d'oro (1818 ...
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(gr. Οἰδίπους)
Mitologia
Eroe greco del ciclo tebano. Nominato già in Omero, è protagonista del poema ciclico perduto Edipodia; ma la sua leggenda è nota soprattutto dall’Edipo re e dall’Edipo a Colono [...] es. l’Oedipe, tragedia di P. Corneille (1659); quella omonima di Voltaire (1718); l’Edipo nel bosco delle Eumenidi (1823) di G.B. Niccolini; l’Oedipus und die Sphynx di H. von Hofmannsthal (1905); l’Oedipe di A. Gide (1930); la Machine infernale di J ...
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(gr. ᾿Αγαμέμνων) Eroe della mitologia greca, la cui leggenda è codificata da Omero: figlio di Atreo e fratello di Menelao, re di Micene (o, secondo un’altra versione, di Argo) e capo degli Achei nella [...] trattata anche da Stesicoro e da Pindaro, è argomento dell’Agamennone di Eschilo, in cui la morte di A. appare come fatale punizione delle sue colpe. Un Agamennone fu scritto anche da Seneca e poi, in Italia, da V. Alfieri (1783) e da G.B. Niccolini. ...
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Pittore, nato a Firenze il 28 novembre 1784, morto ivi il 13 settembre 1855. Figlio del pittore prospettico e fiorista Luigi Bazzoli (e così si firmò G. fino al 1822, per poi firmarsi Bezzuoli o Bezzoli, [...] ritrattisti inglesi, e francesi derivatine. Dotato di cultura classica, conoscitore dei nostri poeti, amico intimo di G. B. Niccolini e di G. Giusti, il B. fu anche scrittore spigliato e brioso. Altre opere sue si conservano a Firenze, a Pistoia e a ...
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Nato a Brescia il 2 giugno 1782 e morto nella stessa città il 2 giugno 1836, fu prima attuario criminale e poi, dal 1809, professore di eloquenza e di storia nel patrio liceo. Dal 1829 ebbe anche l'ufficio [...] tra il Monti, amico dell'A., e il Foscolo. La più completa edizione delle Opere è quella di Padova 1858, preceduta dall'Elogio di G. B. Niccolini.
Bibl.: A. Zanelli, Della vita e delle opere di C. A., in Propugnatore, XVI (1883), pp. 157 e 317 ...
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Scultore, nato a Viterbo il 31 maggio 1816, morto il 1° giugno 1892 a Firenze, dove da giovane s'era trasferito. Fu dapprima orafo: nel 1838 si recò a Vienna, dove studiò incisione nell'Accademia. Forzato [...] la più aulicamente ragguardevole è il Ratto di Polissena (1866), sotto la Loggia dei Lanzi a Firenze. Altre opere: il monumento a G. B. Niccolini in S. Croce, le statue di Nicola Pisano e del Cesalpino nel portico degli Uffizî, a Firenze; la Pietà (a ...
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