Dottrina filosofica secondo la quale noi non conosciamo le cose 'come sono' (la loro essenza o sostanza, le 'coseinsé'), ma le cose 'come ci appaiono' (i fenomeni). G. Berkeley e D. Hume videro nei fenomeni [...] soltanto i fenomeni, ma ammise l'esistenza della 'cosa insé' (cioè di qualcosa che esiste indipendentemente dal soggetto che , mentre R. Carnap si propose di 'tradurre' tutte le proposizioni su enti materiali e mentali in termini sensoriali. ...
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Filosofo peripatetico (1º sec. d. C.), maestro di Nerone; scrisse commenti alle Categorie e forse al De caelo di Aristotele, utilizzati da Simplicio. Notevole la sua concezione degli universali, per la [...] quale si collega a Boeto di Sidone e prelude ad Alessandro di Afrodisiade: le coseinsé stesse sono puramente individuali, mentre gli universali sono parole significanti dei modi di pensare dell'uomo. ...
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Ciascuno degli enti astratti che costituiscono una successione ordinata e che, fatti corrispondere ciascuno a ciascun oggetto preso in considerazione, servono a indicare la quantità degli oggetti costituenti [...] −1 si chiamano n. primi di Mersenne e non si sa se essi, e quindi i n. perfetti pari, siano in n. finito o viceversa infiniti. I più piccoli n. primi speciale di esistenza, analoga all’esistenza delle cose fisiche (il n., come entità matematica, ...
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Tutto ciò a cui viene attribuito valore, pregio, dignità qualsiasi. In tal senso può essere inteso come b. tanto un oggetto materiale quanto uno spirituale. In etica, più specificamente, il b. si riferisce [...] si ricava pertanto che non ogni cosa è b. in senso giuridico, sia perché vi sono cose che non sono b., e cioè quelle che gli due b. sono, invece, concorrenti nell’offerta o alternativi se l’aumento d’offerta per uno di essi comporta riduzione ...
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Filosofia
L’azione di considerare pensando e ripensando con attenzione e scrupolo. Nel linguaggio filosofico, il termine è andato storicamente caratterizzandosi in accezioni più specifiche. In J. Locke [...] in quanto non si limita a cogliere una natura delle cose come natura preesistente, ma la produce nel momento stesso in raggio rifratto (due raggi rifratti se il secondo mezzo è anisotropo: ➔ birifrangenza); la superficie in questione ha il nome di ...
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KANT, Immanuel
Pantaleo Carabellese
Filosofo tedesco, nato in Königsberg (Prussia orientale) il 22 aprile 1724, quarto tra i nove nati in un ventennio dal matrimonio del sellaio Giovanni Giorgio di [...] , K., risolvendo le antinomie, ci aveva già detto che può e deve essere di quelle coseinsé che ci risulta impossibile conoscere. E riconosce insé stessa tal carattere, perché si riconosce pratica, cioè principio primo di azione e come tale quindi ...
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Nato nel villaggio di Rammenau (Lusazia sup.) il 19 maggio 1752, primo di otto figli, da Cristiano, tessitore di nastri, fu tolto a nove anni all'affettuosa amicizia paterna e all'altera severità materna [...] alla Dottrina della scienza si dovesse rivolgere la domanda: or dunque come son fatte le coseinsé? essa non potrebbe rispondere altrimenti che: come noi dobbiamo farle". "Donde segue nel modo più luminoso la subordinazione della teoria alla pratica ...
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Dicesi antinomia la coesistenza di due leggi fra di loro contraddittorie e riferentisi ad un unico oggetto. Basandosi sul principio di contraddizione, l'esistenza dell'antinomia prova o che l'oggetto delle [...] che non possiamo pensare i fenomeni del mondo sensibile come coseinsé, né i principî del loro collegamento come aventi valore per le coseinsé e non soltanto per l'esperienza; ma se ne serve soprattutto per dimostrare la necessità per la filosofia ...
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Filosofo, nato nel 1761 a Marienburg (Prussia), morto a Rostock nel 1840. Scolaro di Kant a Königsberg, fu poi, dal 1799, professore nell'università di Rostock. Non senza influsso di S. Maimon e di Fichte, [...] il B. sostenne che, già dal punto di vista kantiano, non si poteva ammettere l'azione delle coseinsé sul soggetto, valendo la causalità solo per i fenomeni. Cosi la molteplicità come l'unità dell'oggetto doveva quindi essere un prodotto dell' ...
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Filosofia
Disciplina che studia le condizioni di validità delle argomentazioni deduttive.
La l. antica
I vocaboli ἡ λογική (τέχνη), τὰ λογικά si stabilizzarono nel significato di «teoria del giudizio [...] matematica; non però, come i formalisti, in quanto gli assiomi sono insé privi di riferimenti ad ambiti particolari di esperienza di tempo, cioè dallo scindersi di un momento di vita in due cose distinte, l’una delle quali cede il posto all’altra ...
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se
sé pron. rifl. [lat. sē] (radd. sint.). – 1. Forma forte della declinazione del pron. rifl. di 3a pers.; si usa soltanto quand’è riferito al soggetto (maschile o femminile, singolare o plurale) o nelle frasi enunciate con verbo all’infinito...
in1
in1 prep. [lat. ĭn, affine al gr. ἐν]. – Si fonde con l’articolo, o più propr. con le forme ant. dell’articolo ello, ella, ecc., dando luogo alle preposizioni articolate nel, nello, nella, nei, negli, nelle; anticamente si avevano anche...