movimento
Bruno Bernabei
È voce ampiamente usata nel Convivio. Compreso da D., aristotelicamente, fra i sensibili comuni (Cv III IX 6 lo movimento e lo stare fermo... sensibili [comuni] si chiamano: [...] moti istintivi delle passioni naturali.
Nel moto dei cieli ha il suo fondamento anche il tempo che D., con definizione aristotelica, concepisce quale " numero di movimento, secondo prima e poi "; e " numero di movimento celestiale " (Cv IV II 6, in ...
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termine
Nel suo valore originario, designa il " limite " o " confine " di un terreno o di un territorio; per estensione, indica il " confine ", o i " limiti " entro cui si esercita un diritto formalmente [...] per un verso il " fine ultimo " cui si tende, e per un altro verso " ciò che pone fine " e conclude un'esperienza.
È dottrina aristotelica che il fine è l'atto (v.) e la forma (v.) verso cui muove ciò che è in potenza a qualcosa e che perciò cerca la ...
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Origene filosofo
Origene
Filosofo neoplatonico, discepolo di Ammonio Sacca. L’ipotesi secondo la quale sarebbe da identificarsi con l’O. padre della Chiesa è stata dimostrata priva di fondamento da [...] a moltiplicare le ipostasi divine, negando l’esistenza di una suprema unità divina al di sopra di quel Dio che aristotelicamente è da concepirsi come puro pensiero, e identificando quest’ultimo con il demiurgo quale è concepito da Platone nel Timeo ...
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obietto
Antonio Lanci
Latinismo a bassa frequenza, esclusivo del Convivio e della Commedia; è termine proprio del linguaggio filosofico.
Nel senso di " oggetto " esterno in quanto percepito dai nostri [...] se non fusse divisa, arebbe potuto vedere " (Buti); e in Pg XXIX 47 l'obietto comun, che 'l senso inganna, cioè, aristotelicamente, l'aspetto della realtà percepibile con più sensi; per ciò stesso la percezione è soggetta a errore (mentre il singolo ...
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umiltà (umilità; umilitade; umilitate; umiltate)
Francesco Tateo
Virtù che assume un posto centrale nell'etica di D. fin dall'epoca della Vita Nuova, in cui essa conserva ancora la sua impronta di origine [...] il complemento (nobiltà, bellezza, riccore). Il principio secondo cui l'u. è perfezione di bellezza, e ne costituisce quindi aristotelicamente la sostanza, è implicito in tutta la Vita Nuova, ma è esplicito nel Convivio, dove questa volta la Donna ...
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muovere
Bruno Bernabei
Per la morfologia, si rileva un uso assai frequente di forme non dittongate accentate sulla radice, per probabile influenza latina e lirico-siciliana. Con non meno di trecento [...] e, a suggello della Commedia, l'amor che move il sole e l'altre stelle (Pd XXXIII 145; cfr. anche If I 40).
Concepito aristotelicamente quale ‛ Motore immobile ' (cfr. Pd XIX 87 La prima volontà... da se', ch'è sommo ben, mai non si mosse, e XXIV 131 ...
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NUMENIO (Νουμήνιος, Numenius) di Apamea
Guido Calogero
Filosofo neopitagorico, vissuto nella seconda metà del sec. II d. C. È uno dei principali rappresentanti del processo di transizione che dal platonismo [...] divinità demiurgica, creatrice del mondo, egli sovrappone infatti una divinità suprema che nella sua divina perfezione non crea, ed è, aristotelicamente, puro pensiero; mentre il mondo creato è per lui, a sua volta, divino, ma in terzo e infimo grado ...
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universali, questione degli
Dal lat. scolastico quaestio de universalibus. Espressione con la quale si indica una controversia dibattuta nel Medioevo, soprattutto nel 12° sec. (ma le estreme, significative [...] propaggini si rintracciano sino a tutto il sec. 14°). Sorta dalla lettura dell’Isagoge di Porfirio alle Categorie di Aristotele, essa verteva intorno al quesito se i generi e le specie fossero solo realtà mentali, oppure avessero una realtà oggettiva ...
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GIOVANNI di Parigi, o Giovanni il Dormiente (in fr., Jean Quidort, in lat. Iohannes Parisiensis, Dormiens, Surdus: da non confondere con l'altro Giovanni di Parigi detto Pungens-Asinum, Pointlasne, vissuto [...] , Strasburgo 1609 e da M. Goldast, Monarchia, II, Francoforte 1614, pp. 108-47) in cui G. difende il principio, aristotelicamente dedotto, del valore autonomo del potere statale.
Bibl.: H. Finke, Aus den Tagen Bonifaz' VIII, Münster 1902, pp. 170-77 ...
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troppo (tro')
Ugo Vignuzzi
Avverbio di quantità di media frequenza nelle opere di D., con una trentina di occorrenze in quelle canoniche (quasi un terzo fuori della Commedia), e oltre 50 nel Fiore (due [...] If XIII 119 l'altro, cui pareva tardar troppo, / gridava; Pg XXII 35 avarizia fu partita / troppo da me (" ogni virtù è, aristotelicamente, mezzo tra due vizi estremi; così l'uso misurato delle ricchezze sta fra i due eccessi della prodigalità e dell ...
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aristotelia
aristotèlia s. f. [lat. scient. Aristotelia, dal nome del filosofo Aristotele]. – Genere di piante della famiglia eleocarpacee, con una decina di specie dell’emisfero australe. La specie Aristotelia macqui, arbusto del Cile, dà...
aristotelico
aristotèlico agg. (pl. m. -ci). – Del filosofo greco Aristotele (384 o 383 - 322 a. C.), che si riferisce alla filosofia di Aristotele: le opere a.; la dottrina a.; l’etica, la politica a.; seguace della filosofia di Aristotele:...