aliyah (ebr. «ascesa»)
aliyah
(ebr. «ascesa») Termine che ha indicato, dopo la diaspora ebraica, l’immigrazione nei luoghi santi dell’ebraismo a scopi religiosi. Dalla fine del 19° sec. a. indica, nel [...] sionismo, l’immigrazione in Palestina; poi, in Israele, fu codificata come diritto per ogni ebreo dalla cosiddetta «legge del ritorno» ...
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Militare e uomo politico israeliano (n. nel kibbuz Mishmar Hasharon, Tel Aviv, 1942), di origine lituana. Segretario del Partito laburista israeliano nel 1997, divenuto primo ministro nel 1999, ha proseguito [...] ), il governo di B. entrava in crisi per l'uscita dei ministri del Partito degli immigrati russi, Israel B̓Aliyah, dello Shas e del Partito nazionale religioso. Sempre nel mese di luglio fallivano, sul nodo irrisolto della sovranità su Gerusalemme ...
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Israele
Sergio Di Giorgi
Cinematografia
La storia del cinema israeliano è legata inestricabilmente alle travagliate vicende storiche e politiche che, dalla nascita ufficiale del movimento sionista (1897) [...] .
Tra gli anni Trenta e Quaranta furono numerosi i film realizzati allo scopo di ricercare fondi per alimentare la aliyah, ovvero l'emigrazione in terra di Palestina, specie dalla Germania nazista. Molte di queste erano produzioni straniere di ebrei ...
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Medio Oriente
Marcella Emiliani
Nell'accezione geografica più ampia, la locuzione Medio Oriente indica quell'arco di Stati che - da ovest a est - va dal Marocco al Pakistan incluso, arrivando a comprendere [...] 'Europa orientale, poi dell'antisemitismo culminato nella Shoah. Fin dalle prime aliot (letteralmente 'le risalite', sing. aliyah), cioè le prime ondate di immigrazione ebraica in Palestina in periodo mandatario, le autorità arabe - sebbene divise ...
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