GARGANELLI, Taddeo (al secolo Bonfiolo)
Figlio di Antonio (della madre ci sono ignoti il nome e il casato), nacque a Bologna verso il 1430, da antica e illustre famiglia. Dovette entrare intorno al 1440 nel convento bolognese di S. Maria dei Servi in Strada Maggiore, dove vestì l'abito di religione assumendo il nome di Taddeo.
Il primo documento noto sul G. è del 22 maggio 1445, giorno in cui ricevette i quattro ordini minori da Pietro de Dondedeis, vescovo di Imola e vicario del vescovo di Bologna Tommaso Parentucelli da Sarzana (il futuro papa Niccolò V). Il 23 marzo 1448 ricevette il suddiaconato. Nello stesso anno una sua parente, Francesca del fu Giovanni Antonio della Baroncella, vedova di Gregorio di Giacomo Garganelli, nel testamento, rogato il 28 agosto, gli lasciò un legato di 75 lire bolognesi.
Nel 1448-49, finiti gli studi letterari alla scuola dell'umanista Nicolò Volpe da Vicenza, iniziò lo studio della filosofia sotto la guida di Filippo Fabbri di Bologna, docente di quella Università. Come maestri del successivo corso di teologia da lui intrapreso, ebbe i confratelli Nicolò Venceslai de Pinguia de Alemania, Arcangelo da Città di Castello e Girolamo da Firenze. Il 12 apr. 1449 ricevette il diaconato dalle mani di Astorgio Agnesi, cardinale di S. Eusebio. Nello stesso anno contrasse la peste, scoppiata in città, riuscendo tuttavia a salvarsi. Probabilmente nel 1450 si recò a Roma per il giubileo: in quell'occasione consegnò al papa Niccolò V una breve composizione encomiastica, conservataci nel cod. Vat. lat. 3602 (cc. 3r-8v), che, come risulta dal prologo, sarebbe stata da lui scritta nel 1447 in occasione dell'elezione del pontefice.
Il Vat. lat. 3602 ci ha conservato anche cinque inni del Garganelli. Una testimonianza della sua attività letteraria ci è fornita inoltre da una lettera di Nicolò Volpe a Filippo Barbarigo, scritte intorno al 1451, nella quale si elogia il G. per la sua erudizione e per le sue composizioni poetiche. Infine, il Vat. lat. 3908 (cc. 69r, 70rv, 80r) ci ha conservato tre lettere del G. all'umanista Giovanni Tortelli, scritte tra il 1446 e il 1450.
Il 30 maggio 1450 il G. fu ordinato sacerdote da Mariano de Senis, vescovo di Sardi e vicario generale del vescovo di Bologna Filippo Calandrini. Il 17 dicembre dello stesso anno fu nominato esecutore testamentario da Giacomo del fu ser Domenico Garganelli, che potrebbe essere identificato con suo nonno. Nel frattempo continuava la sua carriera accademica: in un atto capitolare del 4 maggio 1453 è ricordato come "bachalarius pro cursu", cioè baccelliere insegnante. Con una lettera del 5 dic. 1453 del generale Nicolò da Perugia, data in Ferrara, insieme con altri confratelli fu nominato fabbriciere della chiesa di S. Maria dei Servi di Bologna, con il compito di proseguirvi i lavori di ristrutturazione interrotti da tempo. L'11 nov. 1454, insieme con il confratello Angelo del fu Antonio da Bologna, ricevette da Agnese del fu Bonasio la donazione di tutti i beni di quest'ultima per aver curato per più di un anno il di lei figlio fra Pasio. Alla fine dello stesso anno il G. risulta essere priore del convento. Il 15 sett. 1455 insieme con altri suoi confratelli versò a Benedetto di Baldassarre Casaroti, padrone di una fornace fuori porta S. Felice, le spettanze per una fornitura di mattoni e di tegole per la fabbrica della chiesa dei serviti. Durante il corso accademico 1455-56, pur non essendo ancora maestro di teologia, venne chiamato come lettore straordinario di filosofia a succedere al suo maestro Filippo Fabbri, da poco defunto, su designazione del cardinale legato di Bologna, Ludovico Giovanni Mila, nipote di papa Callisto III. Avrebbe continuato le sue lezioni fino all'anno accademico 1458-59.
Il 22 genn. 1456 sostenne positivamente l'esame di magistero in teologia nella cattedrale di S. Pietro in Bologna. Il 29 successivo, nella stessa chiesa, gli furono conferite le insegne dottorali, il berretto magistrale e il diadema, dal maestro Gerolamo de Radisiis, agostiniano. Il diploma relativo attesta che aveva svolto nella facoltà di teologia le lezioni di "Bibbia e di Sentenze" richieste dagli statuti. Nello stesso anno fu cooptato nel Collegio dei teologi.
Sempre nel 1456, come superiore della provincia servita di Romagna intervenne in un atto capitolare del suo convento, relativo alla dote e all'arredamento della cappella della Ss. Trinità. La promozione a provinciale deve farsi risalire al maggio o al giugno dell'anno precedente, all'epoca del capitolo generale o provinciale. L'11 maggio 1456 ottenne da Callisto III per i conventi serviti di Bologna una bolla di esenzione da ogni dazio o gabella. A questo periodo è probabilmente da attribuire anche la sua nomina a vicario generale dell'Ordine, da parte dello stesso pontefice, che lo affiancò a Giovanni da Ferrara. In tale veste si sarebbe recato nei conventi di Firenze e Todi per perorare presso quelle comunità la causa di canonizzazione di Filippo Benizi. Il 12 genn. 1457 è ricordato come provinciale. In una bolla di Callisto III del 9 marzo 1457 (che concede ai conventi serviti di Firenze e Bologna di celebrare la messa la sera del sabato santo) viene citato come vicario generale dell'Ordine, pur rimanendo ancora provinciale di Romagna. Da un altro documento dello stesso papa risulta che egli allora ricopriva pro tempore anche le cariche di vicario generale, procuratore generale e priore del convento di S. Maria dei Servi in Bologna. Il 3 nov. 1457, su richiesta del G., Callisto III concesse al reggente, ai maestri, ai baccellieri e agli studenti di S. Maria dei Servi la possibilità di studiare diritto canonico, di frequentare le scuole pubbliche della locale Università, di laurearsi e di istituire nel convento una cattedra di quella disciplina. In un atto del capitolo generale del suo Ordine, celebrato a Ferrara il 3 maggio 1458, viene ricordato come dottore in arti e teologia, vicario e procuratore dell'Ordine, e priore del convento di S. Maria dei Servi in Bologna. Il 21 nov. 1458, in seguito alla rinuncia del cardinal Ludovico Mila, ricevette in commenda dal papa Pio II il monastero vallombrosano di Monte Armato, in diocesi di Bologna. Il 22 nov. 1458 Pio II, vivente ancora l'anziano generale Nicolò da Perugia, nominò unico vicario generale dei servi di Maria Francesco Carpi da Siena, che scelse il G. come suo vicario.
Il 10 sett. 1459 fu nominato da Pio II generale dell'Ordine dei crociferi, allora in decadenza, con il compito di curarne la riforma. Come beneficio gli fu concesso dal pontefice il priorato di S. Maria Pontis Potentiae dell'Ordine dei crociferi, in diocesi di Recanati. Nell'occasione il papa gli assegnò, perché gli fossero d'aiuto nel suo nuovo compito, tre confratelli serviti, tra i quali Alessandro del fu Giovanni de Abrazatis da Bologna. In seguito a questa nomina, il G. dovette cedere il provincialato a Battista da Forlì e il priorato di Bologna a Mariano da Firenze; trasferì quindi la sua residenza a S. Maria del Morello, situata fuori di porta Maggiore.
Nel chiostro di questa chiesa fece dipingere, in memoria dell'avvenimento, un affresco raffigurante: a destra Pio II con il piviale e il triregno e in mano la pergamena di nomina; al centro la Madonna in trono, con il Bambino in braccio, che consegna il crocefisso al G. rivestito dell'abito dei servi; dietro di lui, in piedi, un gruppo di crociferi in abito bigio.
Il 10 nov. 1461 fu nominato esecutore testamentario di Ludovico Ludovisi, arcidiacono di Bologna. Durante il capitolo generale celebrato dai crociferi nella città di Bologna l'11 giugno 1462, il G. fu eletto maestro generale perpetuo. Nell'adempimento delle sue nuove funzioni riformò la legislazione dell'Ordine; uniformò l'abito, imponendo un saio di colore celeste; richiamò nei conventi coloro che, senza licenza, non vi dimoravano abitualmente; rivendicò i beni dell'Ordine alienati per incuria, riuscendo a recuperare il convento di Venezia.
Durante l'anno accademico 1461-62 riprese tuttavia l'insegnamento di filosofia morale presso lo Studio bolognese. Negli anni 1460-63 fu presente nel Collegio teologico universitario. Il 20 ott. 1462 il Collegio delle arti dell'Università bolognese accolse con voto favorevole la richiesta del "maestro Garganelli" di essere annoverato fra i suoi membri. Per la morte del card. Prospero Colonna, avvenuta il 24 marzo 1463, il G. compose un'orazione funebre (conservata nel cod. 121 della Bibl. Classense di Ravenna, cc. 144-150) indirizzata al card. Angelo Capranica, legato pontificio a Bologna.
L'ultima notizia relativa al G. risale al 1466, quando fece da padrino di battesimo a Giacomo, figlio di Giovanni Boncompagni. Negli anni 1467 e 1468 agì in suo nome fra Alessandro di Bologna. Non ci sono noti il luogo e la data di morte del G., che dovette comunque avvenire prima del 20 marzo 1469, giorno in cui fu designato a succedergli alla direzione dei crociferi Matteo da Casale, canonico di S. Giorgio in Alga.
Fonti e Bibl.: B. Leoni, L'origine et fondatione dell'Ordine de' crociferi, Venetia 1599, cc. 19v-20v; I rotuli dei lettori legisti e artisti dello Studio bolognese…, a cura di U. Dallari, I, Bologna 1888, pp. 43, 46, 51, 59; D.G. Fornasini, I Garganelli, famiglia antica e nobile di Bologna, Bologna 1933, pp. 17 s., 72-75; R. Taucci - F. Filippini, Il p. m.o fr. T. G. bolognese, in Studi storici sull'Ordine dei servi di Maria, I (1933), pp. 177-194; C. Piana, La facoltà teologica dell'Università di Bologna nel 1444-1458, in Archivum franciscanum historicum, LIII (1960), pp. 376, 393; Id., Ricerche su le Università di Bologna e di Parma nel secolo XV, Quaracchi 1963, pp. 28, 75, 78, 86, 88, 91, 103, 290; Id., Nuove ricerche su le Università di Bologna e di Parma, ibid. 1966, pp. 208-214.