CALOMARDE, Taddeo
Uomo politico spagnolo, nato a Villel (Teruel) il 10 febbraio 1773. Di famiglia men che agiata, ma di nobile origine, mostrò presto inclinazione per gli studî e nel 1788 abbandonò il villaggio natio per recarsi a Saragozza. Qui percorse una rapida e brillante carriera nel giure. A Madrid, grazie all'aiuto del suo compaesano don Antonio Beltrán, medico del Godoy, ottenne di entrare prima nella segreteria delle Indie e, più tardi, nella Segreteria di stato e di grazia e giustizia. Dati i rapporti d'amicizia con la famiglia del suo protettore, si legò in matrimonio con la figlia di lui, Juana Beltran; ma ben presto i coniugi si separarono amichevolmente. C. si trasferì a Cadice e ne 1814, al ritorno di Ferdinando VII, aderì al partito assolutista. Però un intrigo con Lardizabal, in favore della principessa del Brasile, fu causa del suo esilio a Pamplona. Nel 1824 egli ritornò di nuovo a Madrid e Ferdinando VII gli affidò la direzione del Ministero di grazia e giustizia. Per la fedeltà dimostrata e, secondo alcuni, per il suo servilismo, egli conservò fino al 1832 la sua posizione di favore. La sua opera più durevole consiste nella pubblicazione di un codice penale e di un codice di commercio. Nemico dei Carlisti, in seguito simpatizzò con essi ed estorse a Ferdinando VII moribondo l'abrogazione della Prammatica Sanzione. Il re, ristabilitosi in salute, ordinò di farlo incarcerare (1832); ma C. riuscì a fuggire prima a Parigi e poi a Roma. Morì a Tolosa il 19 giugno 1842.
Bibl.: Galería de personajes célébres del siglo XIX, Madrid 1843; marchese di Miraflores, España antes y despues de 1833, in Revista España, 1868; L. M. conte di Cerné, España en el siglo XIX, nelle Memoria históricas sobre Fernando VII, pubbl. da M. J. Quin, II, Valencia 1840; Lopez y Espila, Los cristianos de Calomarde y el Renegado por fuerza, Madrid 1835; marchese di Lema, Discurso de recepción en la Real Academia de la Historia (sul Calomarde), Madrid 1916.