TÁBOR (A. T., 59-60)
Città della Cecoslovacchia, nella Boemia centrale, situata a 450 m. s. m. sulla Lužnice, con 1425 abitanti (1930). Fondata nel 1277 col nome di Hradiště. Nel 1420 divenne il centro della potenza armata degli ussiti: il nome deriva dalla montagna biblica. Fu potentemente fortificata da Žižka e occupata dai guerrieri ussiti che l'amministrarono con principî democratici. All'inizio della guerra dei Trent'anni era un bastione del protestantesimo; ma dopo la sua caduta nel 1621 fu cattolicizzata. Edifici principali: la chiesa della Trasfigurazione con vòlte a rete di tardo stile gotico, dovuta al maestro Staněk (1512); il palazzo comunale dello stesso stile fu elevato tra il 1516 e il 1521. Ricordiamo inoltre numerose case di abitazione con graffiti e frontoni di stile Rinascimento. Risale forse all'epoca di Zižka parte delle fortificazioni.
Tábor e taboriti. - Il nome biblico di Tábor fu dato, durante la rivolta ussita, a un villaggio fortificato fondato da Žižka nella primavera del 1420 presso il potente castello Hradiště, come fortezza, la quale avrebbe dovuto difendere l'ussitismo nella regione, nella quale esso non aveva nessun appoggio contro la desolante preponderanza dei nemici. Fu fondato nel momento più critico della rivoluzione, quasi in risposta alla promulgazione della prima crociata contro gli ussiti. L'entusiasmo, provocato dalla disperazione, riuscì a costruire una fortezza tale che non solo superò, nell'estate seguente, un duro assedio, ma che si dimostrò efficace perfino ancora al tempo della guerra dei Trent'anni. In quanto alle fortificazioni, Tábor si presentò come un capolavoro del genere, che suscitò l'ammirazione dello stesso Enea Silvio Piccolomini, quando questi visitò, nel 1451, la città. Il periodo più glorioso nella storia di Tábor, che da principio fu chiamato "Hradiště Hory Tábor" (Il castello del Monte Tábor), è l'epoca della rivoluzione ussita, durante la quale il partito più intransigente degli ussiti, detti appunto taboriti, fu capo di una potente confederazione di repubbliche e di fortezze, che si estendeva dalla Boemia attraverso la Moravia fino nella Slovacchia, e quando ai tempi di Žižka e di Procopio il Grande fu effettivamente l'anima di tutta la rivoluzione. Gli eserciti della "fratellanza" di Tábor, i quali "lavoravano guerreggiando per la liberazione della legge di Dio" contribuirono principalmente a respingere alcune crociate organizzate dalla Chiesa; furono a capo delle spedizioni militari di rappresaglia, intraprese dagli ussiti ben lontano dalle frontiere, che resero tributarie regioni intere della stessa Germania. Solo la morte di Procopio il Grande e la sconfitta degli eserciti taboriti nella battaglia presso Lipany (nel 1434) facilitarono un compromesso che pose fine alla guerra con i cosiddetti "compactata" di Jihlava nel 1436. Tábor riconobbe in seguito il re Sigismondo, il quale la innalzò, nel 1237, a città regia. Si mise però contro il suo successore re Alberto, il quale l'assediò invano. Tábor rinunziò alla sua posizione indipendente nel 1452, quando si sottomise al regno nazionale di Giorgio dì Poděbrady. Durante le due rivolte contro gli Asburgo del 1547 e 1618-20 Tábor si mise da parte dei ribelli e fu punita perciò con la confisca dei beni e dei privilegi. Nel 1751 diventò capoluogo distrettuale ed è ancora oggi il centro culturale e amministrativo di tutta la regione.
Sotto la protezione della fortezza di Tábor e della sua fratellanza si sviluppò il "taboritismo", l'ala estrema degli ussiti (v.). I taboriti non ammettevano il purgatorio, la confessione auricolare, la cresima, l'estrema unzione, la presenza di Cristo nell'Eucarestia. Alla morte di Žižka, una parte di essi si separò dalla primitiva comunità, assumendo il nome di "orfani". Il culto divino dei taboriti (specialmente la messa taborita e i canti ecclesiastici popolari) non scomparvero con la caduta della "fratellanza" nel 1452, ma furono ripresi dall'"Unità dei fratelli boemi", per il cui tramite penetrarono in modo rilevante anche nella Riforma.
Bibl.: A. Sedláček, Sbírka listovních pamětí města Tábora (La raccolta delle memorie documentarie della città di Tábor), Tábor 1897; K. Thir, Hradiště hory Tábor jako pevnost v minulosti (Hradiště del Monte di Tábor come fortezza nel passato), ivi 1895; H. Toman, Husitské válečnictví (L'arte guerriera degli ussiti), Praga 1898; K. Thir, Staré domy a rodiny táborské (Le vecchie case e famiglie di Tábor), Tábor 1920; Sbornik historichých prací prof. Martina Koláře o dějinách Tábora (La miscellanea degli scritti storici di M. Kolár intorno alla storia di Tábor), ivi 1924. - Numerosi contributi alla storia della città e dei taboriti si leggono in Jihočeský Sborník Historichý (Rivista storica della Boemia meridionale), I, viii, ivi 1928-1935.