ROMERO, Sylvio
Scrittore brasiliano, nato a Sergipe nel 1851, morto a Rio de Janeiro nel 1914. Poligrafo, coltivò quasi tutti i generi letterarî, sebbene con attitudini e risultati disuguali; naufragò nella poesia, ma spiccò nella critica, nella storia, nella filosofia, negli studî giuridici e sociologici. Discepolo e ammiratore quasi fanatico di Tobias Barreto subì in modo particolare l'influenza del pensiero tedesco, ma gli furono familiari anche le correnti d'idee francesi, inglesi, italiane, e, in genere, tutta la produzione intellettuale europea e americana.
Polemista per temperamento, passò tutta la vita in dispute ardenti con avversarî brasiliani e portoghesi, e specialmente con Teofilo Braga. Ai suoi giudizî critici nocquero spesso l'indole appassionata e il difetto di buon gusto, che si tradisce nel suo stile prolisso e trasandato. Ma i suoi lavori di critica generale, le indagini sulla psiche delle popolazioni autoectone, sui primi secoli della storia del Brasile, sul folklore nazionale, come anche le dissertazioni filosofiche, quantunque, queste ultime, poco originali, hanno un valore incontestabile. La sua influenza sulla vita intellettuale del suo paese fu soprattutto quella di un instancabile agitatore d'idee.
Opere principali: Ethnologia selvagem; A philosophia no Brasil; Cantos do fim do seculo; A literatura brasileira e a critica moderna; Interpretação philosophica dos factos historicos; O naturalismo em literatura; Cantos populares do Brasil; Ensaios de critica parlamentar; Ultimos harpejos; Estudos sovre a poesia popular no Brasil; Historia da literatura brasileira; Ethnografia brasileira; As tres formas da organisação republicana; Ensaios de philosophia do direito; Machado de Assis; Novos estudos de literatura contemporanea; O parlamentarismo e o presidencialismo na Republica brasileira; Ensaios de sociologia e literatura; O elemento portuguez no Brasil; Evolução da literatura brasileira; Minhas contradições.