śvetāmbara In sanscrito, epiteto («che indossa un vestito bianco») degli appartenenti a una delle due sette in cui si divise il jainismo nel 1° sec. d.C.; si contrapponevano a quella dei digambara («vestiti d’aria», cioè nudi), la quale interpretava in maniera più severa la regola istituita da Mahāvīra. Il contrasto, che si risolse nella scissione, era presente nel jainismo fin dalle origini e si limitò essenzialmente al piano disciplinare senza investire la sostanza dottrinaria. Agli ś. è dovuto il Siddhānta, cioè il canone della dottrina jainista scritto quasi del tutto in ardhamā-gadhī (una variante del pracrito): i digambara gli negano qualsiasi autorità, ma le frequenti concordanze tra il loro insegnamento e le concezioni esposte dal Siddhānta permettono di assumerlo documento valido per tutto il jainismo.