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LANGE, Sven

di Giuseppe Gabetti - Enciclopedia Italiana (1933)
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LANGE, Sven

Giuseppe Gabetti

Scrittore danese, nato a Copenaghen il 22 giugno 1868, morto ivi il 6 gennaio 1930. Visse a lungo all'estero, particolarmente a Parigi e in Germania, dove fu per qualche anno redattore del Simplicissimus: tornato in patria, fu critico letterario e teatrale nel giornale radicale Politiken.

Appartenne in origine al gruppo dei fratelli Brandes, che più tardi evocò in De forste Kampe (I primi campioni, 1926). Compose romanzi e novelle (Hjertets Gerninger, Le gesta del cuore, 1900: colorito quadro d'ambiente; Barnets Gave, Il dono del bimbo, 1908, e Fru Gerda, La signora G., 1915: delicate e sottili analisi psicologiche; En Dag paa Hirschholm Slot, Un giorno al castello di H., 1923, e Amor og Bacchus, I925: suggestive evocazioni storiche) e fu tra gli autori teatrali del tempo una delle figure più spiccate (De stille Stuer, Le camere silenziose, 1902; Kvindelykke, Felicità di donna, 1903; Samson og Dalila, 1908, Kørligheden og Døden, L'amore e la morte, 1914, ecc.).

Bibl.: O. Thyregod, nella Introduzione alla raccolta degli articoli del L., volumi 2, Copenaghen 1929.

Vocabolario
svenire
svenire v. intr. [der. di venire, col pref. s- (nel sign. 1)] (coniug. come venire; aus. essere). – Perdere la coscienza per debolezza, commozione o mancanza improvvisa (che si dice anche, nel linguaggio com., venir meno): per il caldo...
svenare
svenare v. tr. [der. di vena2, col pref. s- (nel sign. 4)] (io svéno, ecc.). – 1. Uccidere tagliando le vene, cagionare la morte per dissanguamento: lei gridante mercé e aiuto svenarono (Boccaccio). Più com. il rifl. svenarsi, recidersi...
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