ČECH, Svatopluk
Poeta cèco, nato il 21 febbraio 1846 a Ostředek (Benešov) e morto a Praga il 23 febbraio 1908, fu il più popolare poeta del cosiddetto periodo del panslavismo e storicismo (tra il 1860 e il 1878). Giovinetto si entusiasmò per i poeti cantori della libertà e cominciò a poetare con ballate, romanze e canti di colorito popolare. La sua prima opera di largo respiro fu il poemetto Adamité (Gli Adamiti, 1873), narrazione epica d'un episodio delle guerre ussite. Dopo un lungo viaggio nella Russia meridionale e nel Caucaso, C. pubblicò nel 1879 il poema fantastico e patriottico Zimní noc (Notte invernale). Nei due poemetti Evropa e Slavie il poeta prevede il crollo dell'Europa raffinata e decrepita per lasciar posto alla giovane razza slava. Al panslavismo romantico di Kollár si richiama poco dopo anche il poema Dagmar (1883-84), che mette in evidenza il danno venuto alla razza slava dalle discordie intestine. Altri due poemi degli stessi anni riportano il lettore alle lotte cèche del passato: Žižka, in cui sullo sfondo dell'episodio dell'ira del capo dei Taboriti contro Praga, il poeta leva un inno alla bellezza dell'antica capitale boema, e Václav z Michailovic, episodio romantico del periodo di abbattimento nazionale dopo la battaglia della Montagna Bianca.
Ma non soltanto i ricordi gloriosi o tristi del passato storico ispirarono il fecondo poeta: la vita stessa circostante, veduta attraverso il prisma del romanticismo, gli dettò alcuni poemetti come l'idillio Ve stínu lípy (All'ombra dei tigli), e Lešetinský kovář (Il fabbro di Lešetín) in cui è dipinta la lotta del popolo contro gli sfruttatori stranieri. Del resto negli stessi poemi di carattere storico, il colorito politico è più o meno direttamente legato alle vicende contemporanee. Raccolte in tre volumi Jitřní písnĕ (Canti del mattino), Nové písně (Nuovi canti) e Písněotroka (Canti d'uno schiavo), le poesie politiche contribuirono forse più dei poemi a diffondere la fama del poeta, ma naturalmente esse hanno oramai perduto gran parte del loro valore. Maggiore freschezza hanno conservato forse le composizioni satiriche, la maggior parte in prosa, come le Výlety pana Broučka (Escursioni del signor Brouček). Può considerarsi come l'ultimo poeta della scuola romantico patriottica, a cui restò sempre fedele anche quando si abbandonò alla meditazione filosofica e religiosa il cui miglior frutto furono le Modlitby k Neznámému (Preghiere all'ignoto) del 1896.
Edizione delle opere complete in 20 volumi 1899-1908. A cura di Ferd. Strejček altri dieci volumi di opere postume furono pubblicati negli anni 1908-1910. In tedesco: Die Adamiten e Dagmar, trad. di J. Weinberger, Lipsia, 1912 e 1923. Numerose liriche di traduttori diversi in Neueste Poesie aus Böhmen a cura di T. Albert, II, Vienna 1895.
Bibl.: V. Flajšhans, Svatopluk Čech, dílo a člověk (S. Č., l'opera e l'uomo), Praga 1906; F. Strejček, O Svatopluku Čechovi (Su S. Č.), Praga 1908; A. Novák, S. Č. Dílo a osobnost (S. Č. l'opera e la personalità), voll. 2, Praga 1921-23; F. X. Šalda, in Duše a dílo, 1913; J. Sutnar, Svatopluk Cechs Leben und Werke, in Öesterreich-ungar. Revue, Vienna 1897; H. Jelínek, in La Littérature tchèque contemporaine, Parigi 1912.