svalvolato
p. pass., s. m. e agg. (scherz. iron.) Chi o che ha sbroccato, ha perso la brocca, la testa.
• Il mondo degli svalvolati di Canale 5 si arricchisce di due nuove icone mediatiche, per dire la verità non ben assaporate l’altra sera a causa di un «grave problema tecnico» (pare un incendio ‒ vero o finto? ‒ in cabina regia), che ha impedito il collegamento in diretta con la casa. (Gian Paolo Polesini, Messaggero Veneto, 18 febbraio 2009, p. 19, Cultura-Spettacolo) • Che sia l’anno della definitiva esplosione di Max Gazzè? Paradossale, forse, dirlo di un cantante che ha 45 anni, è in pista da una ventina e si è già segnalato per uno stile paradossale, surreale e profondo, capace di piccoli capolavori sospesi tra humour e malinconia, ora più poetici, ora più svalvolati, come «Vento d’estate», «La favola di Adamo ed Eva», «Il timido ubriaco», «Il solito sesso». (Luigi Bolognini, Repubblica, 10 aprile 2013, Milano, p. XVI) • Alla sua [di Justin Bieber] età Jim Morrison, che probabilmente era svalvolato quanto lui, registrava Light my fire. Il paragone rischia di sembrare blasfemo, ma è utile per segnalare la differenza: oggi la trasgressione è un alimento che nutre la notorietà, una componente della comunicazione. Allora era una caratteristica condivisa, ma spesso capace di mettere i bastoni fra le ruote al talento e alla creatività, qualità che oggi sono del tutto accessorie. (Messaggero, 12 aprile 2015, p. 19, Macro).
- Derivato dal s. f. valvola con l’aggiunta simultanea del prefisso s- e del suffisso -ato.
- Già attestato nella Repubblica del 15 dicembre 2000, p. 3 (Lello Parise).