svalvolare
v. intr. (scherz. iron.) Dare di matto, uscire di testa.
• Allenatori sull’orlo di una crisi di nervi. Ormai svalvolano che è un piacere. Dalle tradizionali giaculatorie contro i poteri forti alle lamentele sulle legittime proteste del pubblico pagante e sull’impertinenza dei giornalisti non scondinzolanti, la sola presenza di un microfono scatena impulsi irrefrenabili. (Unità, 19 ottobre 2009, p. 43, Sport) • Lo slang giovanile è tra i più vitali. Si può «sclerare» o «svalvolare» in Inghilterra come in Italia («to have an eppie» equivale a «dare di matto») e abbandonano i modi per definire i tipi «fighetti» o «ganzi», a seconda delle mode e dei tempi: «I rule!», «sono fico!» dice Lester in «American Beauty», di fronte alla sua Pontiac Firebird del 1970, e ultimamente a dire «book» in certi ambienti non si intende il libro, ma il tipo alla moda (dalle lettere usate sul cellulare con la scrittura automatica T9 per ottenere la parola «cool»). (Raffaella De Santis, Repubblica, 10 settembre 2012, p. 46) • Non bisogna vergognarsi di passare persino un po’ per bacchettoni: meglio, molto meglio qualche giorno tranquillo a casa, senza esagerare con gli arrosti della mamma. Questa la vera tabella che bisognerebbe consegnare al rompete le righe. L’unica. Con il divieto tassativo di andarsi a svalvolare fuori da un raggio di cinquanta chilometri. (Cristiano Gatti, Corriere della sera, 23 gennaio 2018, Cronaca di Bergamo, p. 8).
- Derivato dal s. f. valvola con l’aggiunta simultanea del prefisso s- e del suffisso -are1.
- Già attestato nella Repubblica del 29 aprile 2004, p. 40 (Giuliano Urbani intervistato da Paolo Vagheggi).