SUTTON HOO, Tesoro di
Corredo funerario di una nave-tomba pagana (contenuto nel maggiore di un gruppo di quindici tumuli), scoperto nel 1939 a S., nella contea del Suffolk, nell'Inghilterra sudorientale, e conservato al British Mus. di Londra.La nave, dalla eccezionale lunghezza di m 27, era stata tirata a secco da una scarpata del fiume Deben verso il cimitero, in direzione dell'estuario. Nella camera sepolcrale lignea, costruita al centro della nave, gli oggetti di dimensioni maggiori e quelli di uso domestico furono ritrovati contro la parete posta all'estremità della camera, mentre gli oggetti del corredo che avevano un carattere più personale erano disposti nella zona centrale dell'imbarcazione, dove si è pensato che poteva trovarsi il corpo. Non essendo stati individuati elementi che attestino un'avvenuta inumazione, si pensò inizialmente che la nave potesse costituire un cenotafio; tuttavia, più di recente, si è propensi a spiegare scientificamente l'apparente assenza di un cadavere con la sua completa disintegrazione nel suolo acido, oppure con l'avvenuta cremazione prima della sepoltura.Il corredo funerario venne immediatamente identificato come regale, in base alla sola quantità e alla qualità delle insegne d'oro e granati; la successiva datazione delle monete merovinge presenti nella sepoltura sembra confermare l'ipotesi che si tratti della sepoltura di uno dei re guerrieri dell'Anglia orientale del 7° secolo. Si è pensato inoltre che alcuni manufatti cristiani rinvenuti in questa sepoltura pagana costituiscano una conferma dell'identificazione del personaggio sepolto in Redwald (m. nel 624/625), re dell'Anglia orientale, il bretwalda (capo supremo dei Bretoni) dal lungo regno. Egli fu il primo sovrano inglese a ricevere il battesimo cristiano e fu anche ricordato da Beda (Hist. eccl., II, 15) per aver tentato di servire, fino alla sua morte, sia il Dio dei cristiani sia gli antichi dei.Uno dei pezzi del corredo ritenuti più importanti è la grande fibbia d'oro massiccio, che, per la presenza di un recesso nascosto, è stata ritenuta un reliquiario. La decorazione, di squisita fattura, è costituita da un intreccio in II stile animalistico germanico, ulteriormente abbellito da un abbondante uso di inserti a niello. La fibbia era un tempo unita a una cintura di pelle, alla quale era sospesa una borsa, a forma di rene, realizzata in osso, e ora perduta, al cui interno si trovava una collezione di trentasette piccole monete provenienti dalla Gallia merovingia, coniate tra il 575 e il 625. Della placca di chiusura di questa borsa rimangono il bordo d'oro, sul quale sono inseriti granati e vetro millefiori, e sette placchette con motivi ornamentali e figurati in granati cloisonnés e vetro millefiori. Caratterizzata dalle stesse tecniche di lavorazione e dagli stessi legami stilistici è una coppia di fermagli da spalla.
Del corredo fa parte anche un completo equipaggiamento militare, compresi frammenti di cotta di maglia, un martello-ascia di ferro, lance, i resti di un elmo da parata e un grande scudo circolare. L'elemento più pregiato di questo gruppo doveva essere la spada. Essa venne ritrovata nel suo fodero di legno e non è stato più possibile separare i due oggetti, ma l'esame radiografico ha rivelato come la lama fosse stata finemente forgiata con la tecnica della battitura di barrette di ferro, intrecciate secondo uno schema decorativo (pattern-welding). Spada e custodia erano ornate da guarnizioni d'oro e da inserti di granati cloisonnés, quali il pomo a feluca sull'elsa. La guardia era d'oro e le due borchie sulla custodia presentano un motivo a petalo che include una sottile croce con bracci di uguali dimensioni.La ricostruzione dei frammenti dello scudo ha fornito un diametro di cm 91,5. Realizzato in legno di tiglio e coperto di pelle, esso era abbellito da applicazioni in metallo, tra cui un drago stilizzato intorno a un elaborato umbone di ferro, che trova riscontro in un analogo motivo rinvenuto in una tomba-nave svedese (Vendel, tomba XII; Stoccolma, Statens historiska mus.).È stato anche possibile restaurare i frammenti dell'elmo, considerato uno straordinario esempio di perizia nella lavorazione del metallo. La calotta venne forgiata da un unico pezzo di ferro; a essa furono aggiunte le protezioni per le orecchie, la protezione del collo e una maschera ovale per il volto, completa di naso, sopracciglia, baffi e bocca in bronzo dorato. L'elmo venne rivestito da sottili lamine di bronzo su cui erano incisi quattro diversi motivi: due con intreccio animalistico e due con scene a carattere figurativo, tratte dalla mitologia germanica e scandinava.Si concorda in genere sul fatto che un gruppo di tre oggetti piuttosto enigmatici, la cote, la scultura di cervo e l'insegna, siano tutti simboli del potere regale. La massiccia cote, a quattro lati, è nota con il nome di scettro di Sutton Hoo. Rinvenuta in ottimo stato di conservazione, essa appare elegantemente scolpita, fatto che permette di ipotizzarne la funzione di rappresentazione simbolica del potere di colui che vi affilava la spada. Alle due estremità si trovano grandi pomelli e, al di sotto, sono modellati quattro volti piriformi, alcuni barbati, altri glabri, che probabilmente rappresentano gli antenati, maschili e femminili, della tribù di Wuffinga, della quale faceva parte la classe dominante del regno dell'Anglia orientale (Evans, 1994, p. 85). Si ritiene che il cervo, fuso in bronzo e montato su un anello di fili di ferro attorcigliati, fosse una delle terminazioni mancanti dello scettro. Il suo corpo stilizzato presenta una testa dal carattere maggiormente naturalistico, con corna ampiamente sviluppate; se tale scultura a tutto tondo è stata realmente prodotta in una bottega anglosassone, essa costituisce, per quest'epoca, un fatto davvero raro. Siffatti oggetti, sebbene non così elaborati, sono principalmente di origine celtica.L'insegna di ferro non trova molti termini di paragone e quindi non è stata pienamente compresa: è alta cm 172 e presenta una grata di ferro collegata al fusto, anch'esso di ferro, a sezione quadrata. Il suo piede appuntito sta a indicare che essa doveva essere fissata al terreno. Una spiegazione può essere trovata nel fatto che si trattava forse di un particolare tipo di stendardo o di insegna regale, al quale fa riferimento Beda (Hist. eccl., II, 16) in relazione a s. Edwin, re di Northumbria (588-633), il quale succedette a Redwald come bretwalda dell'Inghilterra. Beda scrisse che l'insegna, nota ai Romani come tufa e agli Inglesi come thuf, precedeva sempre il re Edwin, sia in battaglia sia in pace.Mentre gran parte dei gioielli d'oro sembra essere produzione di una stessa bottega, i sedici oggetti d'argento depositati nella tomba sono tutti ritenuti opera di botteghe del Mediterraneo orientale, i quali forse raggiunsero l'Anglia tramite la Gallia merovingia. Il maggiore di questi oggetti è un ampio piatto, detto di Anastasio poiché reca impressi due stampi di controllo dell'imperatore Anastasio I (491-518). La ciotola scanalata è l'oggetto che maggiormente gli si avvicina per dimensioni e presenta una testa femminile di profilo all'interno di un clipeo posto al centro. Dall'esecuzione poco accurata dei motivi di entrambi i piatti è chiaro che essi non provengono da una delle botteghe più importanti dell'impero bizantino.Gli argenti restanti consistono in una piccola coppa, un mestolo con una delicata decorazione a perline e un motivo triangolare dorato, due cucchiai e dieci ciotole poco profonde, ben conservate per il fatto che erano state impilate l'una sull'altra. Le ciotole, ciascuna ornata da una croce con bracci di uguale lunghezza, insieme alla coppia di cucchiai d'argento erano state poste vicino alla presunta posizione del corpo, fatto che sembra suggerire un loro significato dal carattere più personale, se non cristiano. I cucchiai, del ben noto stile tardo classico, sono identici, eccezion fatta per un'iscrizione greca su ciascun manico: l'uno reca iscritto Páulos, l'altro Sáulos. Tale legame cristiano è stato utilizzato per sostenere l'attribuzione del tesoro a Redwald, che può aver ricevuto questi doni per il suo battesimo.Un pesante bacile copto di bronzo, con scanalature poco profonde, che reca inciso il profilo di quattro animali al suo interno, giunse ugualmente nel Suffolk dal Mediterraneo orientale; esso venne rinvenuto sepolto con un bacile sospeso celtico, di bronzo, il maggiore dei tre che si trovavano nella sepoltura, parzialmente distrutto dal momento che era caduto nel bacile copto sopra il quale era stato appeso, sul muro della camera sepolcrale. Questo singolare bacile, datato al 600 ca., presenta al centro un pesce girevole di smalto e i suoi otto attacchi decorati (escutcheons) sono realizzati nella tradizionale lavorazione a girali riservata al bronzo su uno sfondo in smalto champlevé di colore rosso vivo con inserti di vetro millefiori. È probabile che esso sia stato oggetto, in una sua parte, di ampi restauri realizzati in argento e granati in una bottega regale, da un orafo germanico.
Bibl.:
Fonti. - Beda, Historia ecclesiastica gentis Anglorum, in Venerabilis Bedae opera historica, a cura di C. Plummer, Oxford 1896, I, pp. 1-360 (trad. ingl. A History of the English Church and People, a cura di L. Shirley-Price, London 1955).
Letteratura critica. - C. Green, 'Sutton Hoo': The Excavation of a Royal ShipBurial, London 1968; R.L.S. Bruce-Mitford, The Sutton Hoo Ship-Burial, 3 voll., London 1975-1983; The Cambridge Cultural History of Britain, I, Early Britain, a cura di B. Ford, Cambridge 1992; L.R. Laing, J. Laing, Art of the Celts, London 1992; A.C. Evans, The Sutton Hoo Ship Burial, London 1994.L. Freeman Sandler