SUSA
. Fu la capitale dell'antico Elam e portava in lingua elamica il nome di Shūshan (v. elam). Ora il villaggio nelle sue rovine è chiamato Shūsh. Durante tutta la lunga storia dell'Elam ebbe parte preponderante nei destini del paese, ubbidì spesso ai re della Babilonia, ma non rare volte estese il suo dominio anche a occidente del Tigri. È situata sul fiume Kerkha, l'antico Uknū, e fu la residenza d'inverno dell'impero persiano. Il campo delle rovine è costituito da varie colline tra le quali spicca per la sua importanza quella dell'acropoli, già sede del palazzo reale. Essa ha l'altezza di trenta metri e consta di una grande quantità di strati archeologici i quali vanno dal periodo preistorico a quello arabo. Susa divenne molto importante per lo studio delle civiltà più antiche dell'Asia anteriore antica in conseguenza delle molte scoperte che vi fece una missione di scavi francese che vi iniziò le sue ricerche sotto la guida di J. de Morgan nel 1897, dopo che già W. K. Loftus e M. Dieulafoy vi avevano intrapreso scavi. La missione francese dissotterrò grande quantità di vasi del periodo preistorico, dipinti e decorati molto artisticamente, di argilla fina e sottile, ceramica, questa, che sta in rapporto con altra trovata recentemente in siti preistorici della bassa valle del Tigri e dell'Eufrate. La civiltà preistorica di Susa rivelata dagli scavi francesi era una civilta che poi irraggiò dall'Elam verso l'Oriente e l'Occidente. La ceramica susiana ebbe una vastissima area di espansione in tutte le direzioni. Non sappiamo se la civiltà preistorica di Susa fosse la creazione di ariofoni o di popoli parlanti lingue asianiche. I re dell'Elam solevano depositare il pingue bottino che portavano via dalle ricche città della Mesopotamia nelle sale e nei magazzini del loro palazzo di Susa. La missione del de Morgan ha trovato perciò tra le rovine non poche importanti opere d'arte e bei monumenti di Sargon di Agade, di Manishtusu, di Narām-Sin e anche la stele con le leggi di Hammurabi di Babele, inoltre parecchi kudurru (pietre di confine) del periodo cassita. La città fu distrutta totalmente nell'anno 640 da Assurbanipal di Assiria. Indi essa passò sotto dominio neobabilonese e poi divenne persiana. La lingua elamica che vi si parlava divenne quasi la lingua ufficiale dell'Elam, tanto che i re persiani inserivano nelle loro iscrizioni monumentali anche una versione del dialetto elamico di Susa.
Bibl.: M. Dieulafoy, L'acropole de Suse, Parigi 1890-93; id., Les antiquités de Suse, ivi 1913; M. Pézard, e E. Pottier, Les antiquités de la Susiane, ivi 1913; i risultati degli scavi nei Mémoires de la délégation en Perse, e in P. Cruveilhier, Les principaux résultats des nouvelles fouilles de Suse, Parigi 1921.