supino
Solo nella Commedia, e sempre come predicativo, con riferimento a persona " che sta appoggiata sulla schiena " con il volto e il ventre rivolti verso l'alto: If X 72 supin ricadde, cadde all'indietro; XIV 22 Supin giacea in terra alcuna gente (qui è usato in funzione di avverbio); XXIII 44.
Più genericamente, " volto all'insù ": Pg XIV 9 Così due spirti, l'uno a l'altro chini, / ragionavan... / poi fer li visi, per dirmi, supini, " cioè alti, come fanno li ciechi che alzano il volto, quando vogliono parlare ad altri " (Buti); la descrizione, che riprende uno spunto già presente in XIII 102 (lo mento a guisa d'orbo in sù levava), è motivata dal fatto che gl'invidiosi hanno le palpebre cucite con un filo di ferro; e si noti la contrapposizione fra chini e supini, resa più evidente dalla posizione in rima.