superprivilegiato
(super-privilegiato), s. m. e agg. Chi o che gode di privilegi eccezionali.
• In fondo ha ragione il Presidente onorario della Federazione, Franco Piccinelli, quando alcuni anni fa scriveva: «C’era una volta il pallone elastico così come una volta c’erano i preti di campagna. Preti e contadini hanno mutato l’aspetto esteriore. Il pallone elastico ha cambiato il nome e si è progressivamente adeguato ai tempi». Vedere in questi giorni lo sciopero del calcio minacciato da gente superprivilegiata, l’avvio di un Campionato mediaticamente obeso con interessi, camarille e partite truccate fa apparire il mondo del balun, anche quello delle scommesse, molto più bello, più vero e mille volte più appassionante». (Carlo Petrini, Repubblica, 7 settembre 2011, Torino, p. I) • Parafrasando il titolo di un famoso romanzo di Charles Dickens, [Bill] De Blasio ha descritto la gestione Bloomberg come «la storia di due città». Da una parte Wall Street, le banche, l’alta moda, le aziende immobiliari con i loro profitti vertiginosi. Dall’altra il grosso della cittadinanza, colpita dal generale peggioramento delle condizioni di vita. Manhattan e gli altri. Due città che ora De Blasio vuole riunificare, aumentando le tasse ai superprivilegiati per garantire a tutti quei servizi basilari di cui sono privi, a partire dagli asili nido. (Gabriel Bertinetto, Unità, 6 novembre 2013, p. 11, Esteri) • Per andare oltre il liberismo c’è bisogno di una revisione dei valori di fondo martellati dal mercato e di un insieme di nuovi valori su cui fondare la convivenza civile e politica. Fino a che quest’impresa non sarà tentata, il nome della nostra epoca sarà «crisi». E non sarà facile viverci, a meno che non si appartenga a una sparuta pattuglia di super-privilegiati. (Stefano Cristante, Nuovo quotidiano di Puglia, 8 ottobre 2016, p. 1, Prima pagina).
- Derivato dal s. m. e agg. privilegiato con l’aggiunta del prefisso super-1.
- Già attestato nell’Unità del 5 dicembre 1966, p. 3, Attualità (Leo Vestri).
> iperprivilegiato.