supermartedi
supermartedì (Supermartedì, super martedì), s. m. inv. Appuntamento elettorale che coinvolge il maggior numero degli Stati Uniti d’America.
• Mitt Romney è uscito dalla corsa repubblicana per la candidatura alla Casa Bianca. Dopo il cattivo risultato del «supermartedì», il miliardario che a lungo è sembrato essere l’unico vero antagonista di John McCain ‒ candidato che i settori più conservatori del partito continuano a trovare scomodo da accettare ‒ ha così deciso di gettare la spugna. (Osservatore romano, 9 febbraio 2008, p. 2) • Nei prossimi giorni sarà un bagno di sangue. [Mitt] Romney continua ad essere il favorito ma continua a non piacere. E ogni volta si deve difendere da un nuovo assalto. Il prossimo turno importante delle primarie è il Supermartedì, il 6 marzo. È l’ultima possibilità per [Newt] Gingrich che negli Stati dove si è votato ieri non ha quasi fatto campagna. Si vota in dieci Stati se il risultato non sarà chiaro i repubblicani saranno nei guai. (Martino Mazzonis, Unità, 9 febbraio 2012, p. 34, Esteri) • ormai non è più un gioco: se [Donald J.] Trump vince anche nel Super Tuesday, il «super martedì», è fatta: avrà delegati sufficienti per imporre la candidatura alla Convention e sarà lui a vedersela con la [Hillary] Clinton nelle urne da cui uscirà il successore, maschio o femmina, di Barack Obama. (Paolo Guzzanti, Giornale, 29 febbraio 2016, p. 2, Il Fatto).
- Derivato dal s. m. inv. martedì con l’aggiunta del prefisso super-1, ricalcando l’espressione ingl. Super Tuesday.
- Già attestato nella Stampa Sera del 10 gennaio 1984, p. 15.