ANGELICHE, Suore
Questa congregazione femminile sorse dal movimento di rinascita cattolica che precedette le riforme del concilio tridentino. Fu fondata da S. Antonio Maria Zaccaria, fondatore dei barnabiti, e da Ludovica Torelli, contessa di Guastalla, della quale il primo era diventato direttore spirituale nel 1534. Portatasi la Torelli a Milano dove già S. Antonio Maria dimorava, si stabilì nelle vicinanze di S. Ambrogio, dedicandosi con alcune giovani a opere di devozione e di carità e aiutando i barnabiti nelle loro missioni in questa o in quella città. Queste religiose, dette di S. Paolo Converso, mentre i barnabiti si chiamavano chierici regolari di S. Paolo Decollato, seguivano la regola agostiniana. Presto assunsero il nome di "angeliche", suggerito da una delle più giovani fra loro. Paolo III le approvò con breve del 15 gennaio 1535 e nello stesso anno la contessa le trasportava là dove sorge ora la chiesa di S. Paolo Converso, nei pressi di S. Eufemia. La loro vita, diversa da quella delle claustrali del tempo, e le mortificazioni pubbliche le fecero cadere in sospetto delle autorità ecclesiastiche e civili, ma i processi che si fecero non scoprirono nulla di male.
Molto apprezzate dai vescovi per la riforma dei monasteri, furono chiamate a Vicenza, a Venezia, a Brescia e a Ferrara. A Venezia dimoravano nell'ospedale di S. Giovanni e Paolo quando, avendo la contessa Torelli venduto contro i disegni della Serenissima la sua signoria di Guastalla a Ferrante Gonzaga, barnabiti e angeliche furono nel 1551 posti al bando. Un processo romano presso l'Inquisizione, suscitato con ogni probabilità dai Veneziani, mise di nuovo in luce l'innocenza degli uni e delle altre e solo per evitare altre difficoltà di tal genere fu disposto che d'allora in poi i barnabiti non avessero altro che la direzione spirituale delle angeliche e queste fossero assoggettate alla clausura (1557). Le angeliche fondarono monasteri a Cremona (1550) e a Monza (1601), occupandosi dell'educazione delle fanciulle. Le loro costituzioni, scritte per ordine di S. Carlo dal barnabita Bascapé, furono pubblicate nel 1625 dal card. Federico Borromeo. Le angeliche durarono fino alla soppressione napoleonica del 1810 e l'ultima di esse, ricoverata con altre religiose nel Monastero Maggiore, fu Maria Teresa Trotti Bentivoglio, morta nel 1846.
L'ordine però rinacque nel 1879, per opera del barnabita Pio Mauri, a Lodi. Trasferitesi presto a Crema, le angeliche vi restarono tre lustri, finché poterono stabilirsi a Milano nel monastero e nella chiesa della S. Famiglia nel novembre 1898.
Applicandosi esse all'educazione delle fanciulle, si vide dall'autorità ecclesiastica la necessità di sottrarle alla clausura, e così le angeliche si ritrovarono nello stato che il santo loro fondatore aveva ideato. Questo provvedimento giovò assai alla diffusione delle angeliche in tutta Italia; nel 1922 poterono fondare una casa anche in Rio de Janeiro.
Bibl.: Origine e progressi del monastero di S. Paolo, ms. nell'Archivio di S. Carlo ai Catinari di Roma; Costituzioni e regole del monastero di S. Paolo, Milano 1626; Del monastero delle Angeliche di S. Paolo a Milano. Cenni storici, Milano 1901; Scrittura e documenti sulla controversia delle Angeliche, Roma 1733; P. Bergamaschi, Il monastero di S. Marta in Cremona, Cremona 1898; A. Dubois, Les Angéliques de Saint-Paul, Parigi 1923.