ARMONlCI, SUONI (fr. sons harmoniques; sp. harmónicos; ted. Obertöne; ingl. harmonics)
Si chiamano così i suoni di varia altezza che, dal grave verso l'acuto, si producono insieme con un suono considerato fondamentale; p. es. rispetto al do grave.
I suoni 7, 11, 13 e 14 sono un po' calanti. I suoni armonici si riconoscono e si misurano con apparecchi fisici, ma sono distinguibili anche dall'orecchio, quando si ascolti con attenzione un suono musicale; la loro percezione è meno facile di quella del suono di base a cui si associano, prima perché di esso sono più deboli, poi perché hanno timbro (v.) assai meno pronunciato. L'esistenza dei suoni armonici si spiega col fatto che non si può far vibrare un corpo sonoro in maniera così regolare da dar vibrazioni semplici solo con tutta la sua lunghezza; esso invece vibra anche con le sue parti aliquote, producendo così, non un suono unico (quello di base), ma con esso tutt'una serie infinita di suoni parziali che (secondo il numero delle vibrazioni) rispondono ai multipli semplici del suono di base stesso, ed oltre un certo limite sfuggono tanto all'orecchio quanto agli apparecchi di fisica.
Avvertiti per primo da J. Sauveur (1701), che già ne additò il valore per la conoscenza di principî dell'armonia (v.), vennero spiegati in teoria dal monaco Marino Mersenne (v.). J. Ph. Rameau vi fondò la sua teoria armonica (1722); difatti gli armonici suggeriscono naturalmente l'accordo maggiore. E poiché riuscirono vani gli sforzi per spiegare il modo minore, A. von Oettingen e H. Riemann pensarono esistesse una serie di armonici inferiori, partenti da ogni suono considerato come fondamentale, e disposti dall'acuto verso il grave, in senso opposto agli armonici che si dissero superiori (Obertöne ed Untertöne). Per esempio:
La teoria di Zarlino e il "terzo suono" scoperto da Giuseppe Tartini parvero buone prove dell'esistenza di tali armonici inferiori; e i due teorici tedeschi vi fondarono la loro teoria del dualismo o bipolarismo tonale ed armonico (v. tonalità, e armonia). Ma mentre gli armonici superiori sono una realtà fisica, nessuno arrivò mai a trovare traccia degli armonici inferiori.
I suoni armonici sono la base dei registri di mutazione dell'organo (v.), dove ad ogni nota viene sovrapposta l'8a, la 5a, e talvolta anche la 3a e la 7a minore; e parimente sono la base del suono negli strumenti a fiato senz'ancia come la tromba, in cui l'aria è messa in vibrazione dalle labbra del suonatore; tali strumenti dànno come suoni naturali appunto gli armonici, in rapporto al suono prodotto dall'intero tubo dello strumento.
Bibl.: H. Riemann, Musiklexikon, Berlino 1929, s. v. Obertöne; K. E. Schumann, Akustik, Breslavia 1925.