SUNIO (τὸ Σούνιον, etnico Σουνιεύς; Sunium)
Nome del promontorio che forma l'estrema punta SE. dell'Attica, e dell'antico demo attico comprendente il lembo meridionale della penisola, appartenente dapprima alla tribù Leontìs e dal 200 a. C. alla Attalìs nominato tra i demi più grossi, e ricco per la vicinanza delle miniere d'argento del Laurio. Il promontorio, chiamato modernamente Capo Colonne, è uno sperone roccioso, alto circa 60 m., disteso a penisoletta, lunga meno di un chilometro, e attaccata al continente da un basso istmo largo appena 400 m., che scende diruto sul mare verso la sua punta, la quale presenta al navigatore che viene dall'E. quasi come l'estremità del continente greco, la separazione tra il mare aperto a oriente e le acque interne della Grecia a occidente, e un passaggio estremamente pericoloso per gl'improvvisi e tempestosi cambiamenti di venti e di correnti. È per tale ragione che vi fu adorato Posidone fino dai più antichi tempi, e che già Omero decanta la santità del luogo; a questo culto, più tardi, per ragioni politiche, si aggiunse quello di Atena. Per la sua importanza strategica inoltre la sommità meridionale del capo fu fortificata mediante un potente castello, che Tucidide riferisce essere stato costruito dagli Ateniesi nell'inverno del 413-12, dopo l'occupazione di Decelea, per assicurare almeno la via del mare all'importazione del grano dall'Eubea, ma che in realtà in tale occasione deve essere stato solamente riattato o ampliato, poiché gli scavi hanno dimostrato che preesisteva a tale data da oltre un secolo. In questo castello furono stanziati dagli Ateniesi, e da esso esercitarono la pirateria, i democratici di Egina dopo il fallimento della rivolta nella loro isola. Verso il 265 a. C. Patroclo, ammiraglio di Tolomeo Filadelfo, installò un campo fortificato nell'isoletta opposta al Sunio, chiamata anticamente l'isola di Patroclo e modernamente Gaidaronisi ("l'isola dell'asino"); ma nel 260, dopo la guerra cremonidea caduto il forte stesso del Sunio nelle mani di Antigono Gonata, esso come tutte le altre fortezze attiche ebbe una guarnigione macedonica; l'ultimo comandante dei presidî macedonici fu l'ateniese Diogene, che nel 229 per intercessione di Arato li ricedette ad Atene per un compenso di 150 talenti. Durante la ribellione attica degli schiavi nel 104-100 a. C. la fortezza del Sunio fu il fulcro di resistenza degl'insorti: la zecca attestata entro il castello per l'epoca di questa rivolta risale con tutta probabilità a età assai antica.
Del tempio principale del Sunio, che è quello di Posidone, rimangono in piedi oggi ancora 12 colonne, con buona parte delle ante e dell'architrave della facciata. Il recinto del santuario era situato nell'angolo SE. della fortezza, appoggiandosi su due lati alle mura stesse della fortificazione, protetta da questa parte mediante una serie di belle torri sporgenti: il tempio, periptero dorico a 13 colonne sui fianchi e 6 sulle facciate, un po' più piccolo del Teseion di cui ha a un dipresso la pianta, e costruito probabilmente un po' dopo di questo in età di Pericle, era tutto in un marmo locale, della vicina Agrileza, più friabile del pentelico ma che conserva attraverso i secoli la primitiva bianchezza. Si sono trovati scarsi resti di un fregio figurato del suo pronao, e del frontone orientale; sotto a questo si sono identificati dei ruderi di un tempio preesistente in poros, di pianta simile ma con la cella interna fornita di due stretti colonnati, alla maniera del tempio di Figalia: i resti di questo tempio, incompiuto e distrutto dai Persiani, furono incorporati nelle costruzioni del tempio più recente, tra le quali furono rinvenuti inoltre i resti di due colossali koúroi areaici, pure di poros. Sul lato nord del peribolo del santuario sono stati messi in luce i ruderi di un propileo e di un portico. In mezzo al castello, fuori del recinto di Posidone, è stato scavato solo un piccolo tratto di una strada, con resti degli edifici per la guarnigione e per i sacerdoti. Su una terrazza un po' più bassa a circa 5 minuti di cammino dal forte verso nord-est si sono scoperti i ruderi del santuario di Atena, il cui tempio post-persiano aveva una pianta del tutto singolare, con un'ampia sala rettangolare a 4 colonne interne, e due colonnati esterni verso est e verso sud; in questo recinto è stato rinvenuto un bellissimo rilievo arcaico in marmo, di un giovane che s'incorona. La città del Sunio era situata sulle pendici occidentali del colle del forte.
Bibl.: W. Dörpfeld, Ath. Mitt., IX (1884), p. 324 segg.; B. Staïs, e A. K. Orlandos, 'Εϕημ. 'Αρχ., 1900, p. 113 segg.; 1917, p. 168 segg.; id., Τὸ Σούνιον, Atene 1920; E. Meyer, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., IVA, col. 910 segg. Sui kouroi del S. vedi anche K. Rhomaios, Ant. Denkm., Berlino 1931, tavv. 47-56, p. 91 segg.