SUMMANO
Dio romano della folgore notturna, mentre a Giove erano attribuiti i fulmini diurni. È incerta l'etimologia del suo nome, che non sembra spiegabile per mezzo del latino. Per Plinio (Nat. Hist., II, 138) è un dio venuto dall'Etruria e, benché non sia conosciuto per ora attraverso monumenti etruschi, questa sua origine straniera sembra suffragata dall'affermazione di Servio (Ad. Aen., I, 42) che i Romani conoscevano solo Giove come dio del fulmine. A Roma era effigiato sul fastigio del tempio di Giove Ottimo Massimo; nel 278 a. C. la sua statua fu colpita da un fulmine e per espiazione gli fu costruito un tempio al Circo Massimo. Il carattere di Summano è oscuro e non si hanno monumenti figurati che possano aiutarci a determinarne la natura. Fu creduto uno sdoppiamento di Giove, ma le due iscrizioni in cui è chiamato Iuppiter Summanus sono tarde; pure recenti sono i testi che, identificandolo a Dispater, ne fanno una divinità infera, benché a queste parrebbe assimilarlo il sacrificio di due montoni neri offertogli dai Fratelli Arvali.
Bibl.: C. O. Thulin, Etruskische Disciplin, I, 23, in Göteborgs Högskolas Arsskrift, 1905, XI, p. 23; G. Wissowa, Religion und Kultus der Römer, 2ª ed., Monaco 1912, p. 135; K. O. Müller e W. Deecke, Die Etrusker, II, Stoccarda 1887, pp. 60-61; H. Usener, Keraunos, in Rhein. Museum, LX (1905), pp. 17-18; Peter, in Roscher, Lexikon der Mythologie, IV, col. 1600 seg.; St. Weinstock, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., IVA, col. 897 seg.; L. Curtius, Summanus, in Römische Mitteilungen, 1934, pp. 233-246 (è dubbia la sua identificazione di Summano in un rilievo del Museo Mussolini a Roma).