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Sumeri

di Pietro Mander - Enciclopedia dei ragazzi (2006)
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Sumeri

Pietro Mander

Gli inventori della scrittura

I Sumeri abitarono il Sud della Mesopotamia, dove fondarono alcune città-Stato. Essi non furono i soli abitanti di quell’area, popolata anche da genti semitiche che parlavano l’accadico (la lingua dei Babilonesi e degli Assiri), stanziate nel Centro e nel Nord della Mesopotamia. La storia di questo antichissimo popolo, che inventò la scrittura, è poco conosciuta; eppure gli dobbiamo molto

Nasce la scrittura: dai disegni ai segni

La lingua dei Sumeri non ha parentele dirette o chiare con nessun altro idioma conosciuto (alfabeto). Era una lingua agglutinante, ossia che mette insieme, che unisce alla base della parola diversi elementi, attaccandoli gli uni agli altri, secondo un ordine rigoroso. Per esempio, in sumerico «ai figli del re» si direbbe così: dumu.lugal.ak.ene.ra = figlio + (re del) plurale + a. Oggi esistono tante lingue agglutinanti (la più parlata è il turco), ma la lingua dei Sumeri non è affine a nessuna di esse.

La scrittura inventata dai Sumeri fu largamente adottata dai popoli vicini, che parlavano lingue diverse tra loro: basti pensare all’accadico, all’ittita (indoeuropeo) e all’elamico (altra lingua agglutinante). Il sistema sumerico consisteva di oltre un migliaio di segni, ognuno dei quali non rappresentava i suoni delle parole (come le lettere del nostro alfabeto), bensì un’idea o un oggetto. I segni stessi, nella loro più antica forma, altro non erano che disegni schematizzati. Così, l’insieme di 5 segni ad angolo più la forma schizzata di un pesce (in sumerico ku) significa: «50 pesci». Naturalmente, siccome per poter scrivere di tutto sarebbero stati necessari milioni di segni, si pensò di attribuire più valori a ogni singolo segno, secondo rapporti di affinità. Per esempio il segno che rappresentava la testa (sag) con l’aggiunta di un tratteggio nella mascella inferiore significava «bocca» (ka). Ma con la bocca si mangia e si parla, quindi con lo stesso segno di bocca si indicavano i verbi «mangiare» (gu) e «parlare» (dug), «parola» (enim), e altro.

Sciogliere un rebus

In seguito, quando i disegni stilizzandosi assunsero la forma di chiodi o cunei (da qui il nome di scrittura cuneiforme), essi furono usati per indicare anche delle sillabe, senza curarsi del significato. Per scrivere la parola italiana barca, avremmo usato il segno bar (che in sumerico vuol dire «lato») 1 ka (bocca), senza riferimento all’idea di «lato 1 bocca», ma solo al suono delle due sillabe: il principio è lo stesso dei rebus che si trovano nelle odierne riviste di enigmistica.

Il numero di segni con il passare del tempo si ridusse (qualche centinaio) e con essi vennero scritti poemi mitici, epici, cronache, inni e preghiere agli dei, esorcismi contro i demoni e trattati di divinazione per capire cosa gli dei avessero in serbo per il re. Furono redatti anche lettere e documenti amministrativi o contabili, creando vasti archivi che documentassero le attività che si svolgevano in templi, palazzi, centri mercantili.

La convivenza tra Sumeri e Semiti, che parlavano due lingue diverse tra loro quanto possono esserlo l’italiano e il turco, creò una vasta area popolata da persone bilingui e, di conseguenza, le due lingue per interferenze reciproche subirono delle modificazioni: basti pensare al fatto che le lingue semitiche mettono il verbo in mezzo alla frase (per esempio, il re costruì il tempio), ma l’accadico, pur essendo lingua semitica, mette il verbo alla fine, proprio come fa il sumerico, a causa appunto dell’influenza di questo (il re il tempio costruì, che suonava lugal e mundu in sumerico, sharrum bitam ipush in accadico: comunque si vede da questo esempio quanto fossero diversi sumerico e accadico!). Chi parlava entrambe le lingue trovava più comodo costruire le frasi nello stesso modo, e sapeva che non ci sarebbe stata confusione, perché tutti erano bilingui.

Il mito

Non sappiamo se e quando i Sumeri siano giunti in Mesopotamia; le fasi più antiche della loro storia sono per noi oscure. Avevano diviso il loro territorio in regioni autonome, ognuna retta da una capitale: queste città-Stato erano spesso in conflitto tra loro, ma erano unite dalle stesse concezioni religiose. Infatti, ogni città era sede di una particolare divinità e tutte insieme rappresentavano l’assemblea degli dei. La città di Nippur era sede del re degli dei, Enlil, e per questa ragione fu sempre onorata e rispettata; tuttavia non si impose mai come città egemone sulle altre.

L’articolazione del territorio in città-Stato si riflette anche nel mito che racconta la storia delle loro origini. I Sumeri, infatti, ritenevano che gli dei, per dare inizio alla civiltà, avessero «fatto scendere» (così è detto esattamente in due testi letterari, fra cui la Lista reale sumerica) in terra la regalità e il culto. I re, a cominciare dal più antico, regnarono, di volta in volta, su singole città, ognuna delle quali, a turno, si diceva fosse sede della regalità. Così al primo re, Alulim, succedette Alagar ed entrambi regnarono a Eridu, la città più meridionale della Mesopotamia. Il terzo, quarto e quinto re però regnarono nella città di Bad-Tibira, perché la regalità s’era «trasferita» (così dice il testo) da Eridu in quella città. In seguito, anche Bad-Tibira fu abbandonata e la regalità s’installò nella città di Larak. Abbiamo così un lungo elenco di re distribuiti per città egemoni che si succedono dall’inizio della civiltà, addirittura prima del diluvio universale. Infatti, dopo Larak, furono le città di Sippar e Shuruppak (con un solo re ciascuna) le sedi della regalità, ma poi il diluvio «spazzò via tutto». L’ultimo re, Ubar-Tutu, divenne il Noè mesopotamico, perché costruì un’arca con cui salvò sé stesso, la sua famiglia e una coppia di ogni specie animale. Egli, poiché era figlio del dio demiurgo Enki, fu avvertito per tempo della catastrofe incombente. Ognuno di questi re, secondo il mito dei Sumeri, regnò per un incredibile numero di anni: per esempio, al re Alulim furono attribuiti 28.800 anni di regno, e Ubar-Tutu durò per 18.600 anni.

La storia

Dopo il diluvio, a mano a mano che si procede verso i periodi storici, i re gradualmente durano per un numero di anni meno fantasioso; fino a giungere ai re storici (quelli di cui abbiamo le prove che siano davvero esistiti), cui sono attribuiti gli anni effettivi di regno. Bisogna dire che la Lista reale sumerica è ideale, cioè non rispecchia la realtà: infatti non è vero che una città alla volta abbia esercitato il potere regale in Mesopotamia. La storia è più complessa.

Inoltre, questa tradizione è molto selettiva. Dal novero delle città è esclusa l’importante città di Lagash, sulla quale abbiamo delle informazioni in più. Infatti sappiamo che essa ingaggiò un conflitto (tra il 2450 e il 2300 a.C.) con la vicina città di Umma, per il possesso di un territorio ricco di grano: il Guedena. Gli dei delle due città, il dio Shara di Umma e il dio Nin-Girsu di Lagash, avevano ricevuto in Cielo, da Enlil, il tracciato del confine, confine che in Terra era stato realizzato dall’antichissimo re Mesalim; quando il re di Umma violò il confine, si scatenò la guerra, vero ‘giudizio di Dio’, per ripristinare l’ordine divino violato. Attorno al 2350 il re di Uruk Lugalzagghesi riuscì a imporre il suo dominio sulla Mesopotamia del Sud, ma fu sconfitto da Sargon di Akkad (2335-2279), un oscuro personaggio salvato dalle acque, che fondò il primo impero semitico a noi noto. I barbari Gutei scesero in Mesopotamia e l’Impero accadico crollò attorno al 2190; fu solo la riscossa del re di Uruk a decretarne la sconfitta. In seguito, il principe della città di Ur, Ur-Namma, prese il potere, dando inizio alla terza dinastia di Ur, che unificò la Mesopotamia dal 2112 al 2004, data in cui Ur fu distrutta. Questo evento segna l’uscita di scena dei Sumeri come popolo dominante, ma la loro lingua (come il latino nel Medioevo) continuò a essere usata fino al 3° secolo d.C.

Come si vede, conosciamo più i miti che i Sumeri elaborarono sulla loro storia che non gli eventi che realmente ebbero luogo.

Vedi anche
Lagash Antica città sumerica, a oriente del corso del Tigri. Non ebbe un rilevante ruolo politico, ma una serie di principi le diede lustro nello sviluppo della civiltà sumerica: nell’epoca più antica (circa 2500-2350 a.C.), i principi Urnanshe e Urukagina, di cui sono pervenute opere d’arte e iscrizioni in ... Nippur Antica città sumera, situata a E dell’Eufrate presso l’odierno villaggio di Nuffar (Iraq). Ebbe importanza eminentemente religiosa, in quanto sede del culto del dio Enlil. Il primo insediamento è anteriore al 3° millennio a.C. Su una tavoletta databile al 1300 a.C. è incisa una mappa precisa della città: ... Eridu (gr. ᾿Ιρίδωτις) Antichissima città sumerica (od. Abū Shahrein), uno dei più antichi centri della Mesopotamia.  ARCHEOLOGIA Rimangono i resti (ziqqurat in mattoni crudi) di un complesso templare dedicato al dio Enki, riferibili alla fine del 3° millennio a.C., che inglobano tutte le fasi del precedente ... Assiria (gr. ᾿Ασσυρία) Regione storica nella Mesopotamia, comprendente l’alta valle del Tigri, fino alle montagne dell’Armenia, e le valli del Grande e del Piccolo Zāb. Le città più importanti, oltre la capitale Assur, erano Kalkhu (odierna Nimrud), Ninive, Ḥarrān e Tirqa. storia La storia autonoma dell’Assiria ...
Indice
  • 1 Nasce la scrittura: dai disegni ai segni
  • 2 Sciogliere un rebus
  • 3 Il mito
  • 4 La storia
Categorie
  • POPOLI ANTICHI in Storia
  • SISTEMI DI SCRITTURA in Lingua
Tag
  • LINGUA AGGLUTINANTE
  • DILUVIO UNIVERSALE
  • SARGON DI AKKAD
  • MESOPOTAMIA
  • DIVINAZIONE
Altri risultati per Sumeri
  • Sumeri
    Enciclopedia on line
    Antica popolazione della Mesopotamia meridionale, di incerta origine; nelle iscrizioni cuneiformi si definiscono Sag-gi (teste nere). Non autoctoni, appaiono insediati nella regione già nel 5° millennio a.C., quando diedero origine alle culture di Eridu e Obeid, caratterizzate da ceramica lavorata a ...
  • sumeri
    Dizionario di Storia (2011)
    Popolazione della Mesopotamia meridionale. Si definiscono nelle iscrizioni cuneiformi sag-gi («teste nere»), il che fa supporre che appartenessero al gruppo negroide. La regione si chiamava Ki-en-gi, termine la cui spiegazione etimologica è ancora oscura, e dai babilonesi era chiamata Shumer, termine ...
  • SUMERI
    Enciclopedia Italiana - V Appendice (1995)
    Giovanni Pettinato (XXXII, p. 990; App. III, II, p. 870; IV, III, p. 544) Quanto all'origine dei S. si sa per certo che non sono autoctoni, ma si discute ancora oggi sulla loro provenienza; mentre alcuni studiosi ritengono che essi siano originari del subcontinente indiano, venuti quindi per mare, ...
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    Enciclopedia Italiana - IV Appendice (1981)
    (XXXII, p. 990; App. III, 11, p. 870) Giovanni Pettinato Negli ultimi anni si è molto sviluppata la conoscenza delle composizioni letterarie dei Sumeri. Esse provengono da copie del periodo paleo-babilonese (1800 a. C.), e risalgono quindi a un periodo in cui i S. erano ormai scomparsi definitivamente ...
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  • SUMERI
    Enciclopedia Italiana (1936)
    Giuseppe Furlani . Già da tempi antichissimi la parte meridionale della Babilonia (Šumer) era abitata dal popolo dei Sumeri, parlanti una lingua, il sumero, che è del tutto diversa tanto dall'accado, che era la lingua semitica degli Accadi, abitanti della parte settentrionale della Babilonia, quanto ...
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Vocabolario
sumèro
sumero sumèro agg. e s. m. (f. -a) [dal nome babilonese, Shumer, della regione in cui i Sumeri erano insediati]. – Relativo o appartenente all’antica popolazione dei Sumeri, stanziata nella Mesopotamia merid. tra il 4° e il 3° millennio...
sumèrico
sumerico sumèrico agg. [der. di sumero] (pl. m. -ci). – Relativo all’antica popolazione dei Sumeri (v. sumero): l’arte, la storia s.; la grande civiltà sumerica.
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