SUGGESTIONE
. Influenza esercitata da una persona su di un'altra e che vale a suscitare idee, convinzioni, sentimenti, propositi, azioni. Nella vita di tutti i giorni c'è fra gli uomini uno scambio incessante di suggestioni per mezzo della viva parola, della mimica, degli scritti, degli atti. L'istruzione e l'educazione si fondano appunto su questa influenza suggestiva della parola e dell'esempio. Gran parte delle nostre convinzioni non deriva da esperienza personale: esse ci sono insinuate da altri, a voce o per iscritto, dai vivi e dai morti.
A misura che si va organizzando l'esperienza personale, più o meno arricchita da suggestioni altrui, a misura che si fanno più decise le tendenze affettive e il carattere, si acquista una certa autonomia psichica individuale, che può opporre resistenza alle suggestioni e le accetta soltanto attraverso il vaglio della critica e della valutazione affettiva. Perciò l'immaturità psichica, l'inesperienza, l'ignoranza, il difetto di critica sono condizioni favorevoli all'accettazione passiva delle suggestioni. Perciò sono più assimilabili le suggestioni che s'accordano con l'esperienza e i preconcetti del suggestionato, che non suscitano ribellioni affettive, che s'intonano col suo modo di sentire personale e col suo credo morale. E perciò le suggestioni hanno il massimo successo se la critica è messa fuori di combattimento dalla mancanza di ferme persuazioni, dal destarsi delle emozioni o dall'influenza di sentimenti mistici che, o veglino o dormano, sono assai radicati negli uomini. Così avviene che popolazioni intere, in fondo normali, ma imbevute di pregiudizî religiosi o esaltate da passioni politiche, si lascino trascinare per suggestione a credenze, sentimenti e atti, che costituiscono un vero turbine di pazzia collettiva.
In conformità a questo meccanismo della suggestione normale, si spiega l'illimitata credulità dei deficienti, la docile pieghevolezza dei dementi, la refrattarietà dei deliranti a ogni persuasione che urti il loro delirio, mentre invece essi accettano senza critica tutte le suggestioni che possono avvalorare il delirio. Negli stati di dissociazione psichica (v. dissociazione), la suggestione può essere favorita all'estremo, fino alla più completa passività, oppure invincibilmente ostacolata dallo scatenarsi dei meccanismi automatici del contrasto ideativo e volitivo (v. negativismo). Nell'isterismo la suggestione è facilitata dalla tendenza alla dissociazione psichica, ma richiede il concorso di un certo senso di fiducia e di simpatia, senza del quale le suggestioni riescono inefficaci o suscitano addirittura un energico movimento d'opposizione, un'autosuggestione di resistenza tenace, e persino l'effetto diametralmente opposto a quello che si sarebbe voluto. Effetto di manovre suggestive e ulteriormente condizione favorevolissima alla suggestione è lo stato di ipnosi (v. ipnotismo). Avviato lo stato di obnubilamento e di limitazione della coscienza che costituisce l'ipnosi, si riesce appunto con suggestioni ulteriori a limitare e dissociare negl'ipnotizzati il campo della coscienza in modo che la mente dei soggetti segue il pensiero e la volontà dell'ipnotizzatore, ma non, peraltro, in modo illimitato, ché i sentimenti più intimi e più radicati del paziente possono opporre una resistenza invincibile.
Alla suggestione ipnotica s'attribuì un grandissimo potere terapeutico. Ma i miracoli della suggestione ipnotica sono oggi caduti in discredito, perché se è vero che tale suggestione può sopprimere rapidamente, specie in soggetti isterici, sintomi tormentosi e ostinati, le pratiche ipnotiche coltivano e accentuano la dissociazione psichica, aggravando le condizioni fondamentali su cui pullulano i sintomi più accessibili all'azione dell'ipnosi. Più accreditata è invece, benché in un campo modesto d'azione, la suggestione allo stato di veglia, che mira a rinforzare abilmente la fede dell'ammalato nella possibilità e nell'imminenza della guarigione (v. psicoterapia).
Concetto e teoria della suggestione. - Il termine "suggestione" ha assunto in tempi recenti un significato assai vago, tanto che non è possibile formulare una teoria psicologica del fenomeno se non si siano prima stabilite alcune rigorose distinzioni.
Primo ad allargare smisuratamente il concetto di suggestione è stato H. Bernheim (Hypnotisme, suggestion, psychothérapie, Parigi 1891), che la definì "l'atto per cui un'idea è introdotta nel cervello e da esso accettata". Con tale definizione si vengono a considerare come gradi di uno stesso fenomeno sia un'esortazione ascoltata e messa in pratica, sia il più assurdo fra gli atti che possano venir suggeriti a un soggetto in ipnosi. Conseguente alle sue premesse, il Bernheim giunse ad affermare che la disposizione alla suggestione è "inerente allo spirito umano" e che quindi, in sostanza, "le suggestioni costituiscono il nostro patrimonio cerebrale"; ma si trovò così inevitabilmente a non poter indicare quale fosse il criterio discriminativo fra ciò che è suggestione e ciò che non lo è: il concetto si dissolve per la sua indeterminatezza, il termine "suggestione" si potrebbe senz'altro assimilare a quello di "percezione", il cervello accetterebbe o respingerebbe un'idea sempre in base a suggestioni positive o negative precedenti.
Contro questa semplicistica impostazione e risoluzione del problema (impostazione e risoluzione che tuttavia sono state più o meno accettate da studiosi come W. Wundt, A. Binet, G.-L. Duprat, ecc.) si sono pronunciati, tra gli altri, M. Dessoir, O. Wetterstrand, S. Ottolenghi, A. Moll, M. Benedikt, E. Morselli, ma soprattutto P. Janet, E. Grasset e gli psicoanalisti (S. Freud, S. Ferenczi, E. Jones, P. Schilder). Tutti hanno più o meno ravvisato: 1. l'opportunità di distinguere la suggestione nel senso del Bernheim (suggestione "generica", cui tutti più o meno possono soggiacere) da quella ravvisabile nei soggetti, specialmente nevrotici, che eseguiscono passivamente gli ordini del suggestionatore (suggestione "specifica"); 2. limitatamente a questa seconda e più propria forma di suggestione: a) l'inibizione, nei soggetti passivi, delle facoltà mentali superiori; b) l'automatismo secondo il quale, in conseguenza dell'accennata dissociazione psichica, tali soggetti inconsciamente eseguiscono le idee suggerite; c) la natura affettiva del rapporto fra suggestionatore e suggestionato.
Intesa in tal senso, la suggestione può essere definita come "l'atto per il quale una tendenza evocata da una persona viene attivata automaticamente da un'altra, senza che in tale attivazione intervenga il controllo dei centri psichici superiori". La forma più tipica della suggestione così considerata è quella ipnotica, ma il processo è il medesimo, sia che l'individuo si trovi in quello stato che solo in base a una considerazione superficiale è ragguagliabile al sonno, sia che si trovi apparentemente allo stato di veglia.
Le modificazioni somatiche corrispondenti ai processi ipnoticosuggestivi sono ancora pressoché ignote, e solo si sono avanzate in proposito ipotesi più o meno plausibili (R. Heidenhain, H. Munsterberg, ecc.); mentre è stato assai più approfondito il loro studio psicologico. Si è constatato poi, tra l'altro: a) che la suggestibilità specifica è riscontrabile nei soggetti il cui apparato psichico non ha raggiunto o non sa mantenere l'equilibrio che è proprio all'adulto normale (quindi in particolare nei soggetti nevrotici, o predisposti alla nevrosi); b) che l'importanza dell'operatore per l'attivazione del processo suggestivo è secondaria, e solo va considerata in quanto egli sappia valersi di una particolare tecnica o "arte" suggestiva, e in quanto la sua persona possa stabilire, nei confronti del suggestionando, quel legame affettivo che è condizione indispensabile al processo, e che è soprattutto in funzione dei "complessi" psichici del soggetto; c) che i fenomeni suggestivi, e particolarmente quello della suggestione postipnotica, comprovano sia l'esistenza di una attività inconscia, sia le notevoli possibilità di azione degli elementi psichici sugli elementi somatici. Circa i punti di vista più moderni sul rapporto operatore-soggetto nella suggestione specifica, v. quanto è detto alla voce ipnotismo. Vedi anche autosuggestione.
Bibl.: v. autosuggestione; ipnotismo; e inoltre: G. Flatau, Zur Kenntnis des Suggestionsbegriffes, Berlino 1915; E. Straus, Wesen und Vorgang der Suggestion, ivi 1925; E. Bleuler, Affektivität Suggestibilität, Paranoia, 2ª ed., Halle 1926; W. Hilger Die Suggestion, Jena 1928; N. Perrotti, La suggestione, in Riv. ital. di Psicoanalisi, I (1932), n. 1, pp. 41-49.