SUESSULA
. Città antica della Campania, sita due chilometri a occidente della stazione ferroviaria di Cancello, sulla linea Napoli-Caserta, all'incirca sul luogo occupato dal bosco di Acerra, nel cui centro sorge la Casa Spinelli, indicata sulle carte anche col nome di Pagliara. I ruderi della città sono assai scarsi. Al territorio di Suessula apparteneva il vicus novanensis (in vicinanza del quale doveva trovarsi la stazione di posta ad novas), la cui ubicazione ci è indicata dalla chiesa di S. Maria a Vico, all'ingresso nella gola di Arpaia, ossia delle Forche Caudine. Suessula appare la prima volta nel 343 a. C. allorché vi fu combattuta una sanguinosissima battaglia che decise a favore dei Romani la prima guerra sannitica. Poco dopo, nel 338, gli abitanti di Suessula furono incorporati nello stato romano come sudditi senza diritti politici (cives sine suffragio), probabilmente in seguito alla guerra latina, alla quale è assai verosimile che Suessula abbia preso parte a fianco dei Campani. Suessula rimase fedele a Roma anche dopo il disastro di Canne (anzi Marcello ne fece una base per le operazioni di assedio contro Capua), sì che la posizione giuridica della città rimase immutata, fino a che Silla non vi dedusse una colonia di veterani, retta, come di regola, da duumviri. La città fu abbandonata solo nell'alto Medioevo. Il ricco materiale estratto dalle tombe ci attesta che Suessula godé di una costante floridezza sin dal principio del sec. VII. Alcune iscrizioni graffite su vasi del sec. IV, in alfabeto e in lingua etrusca, attestano che il dominio culturale degli Etruschi di Capua si estendeva sino a Suessula.
Bibl.: J. Beloch, Campanien, 2ª ed., Breslavia 1890, p. 17 e 386-88; id., Römische Geschichte, Berlino 1926, p. 508; Corpus Inscr. Lat., X, i, p. 363; Philipp, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., IV A, col. 590; A. Maiuri, in Historia, IV, 1930, pp. 70-72; A. Mau, Katalog der Bibliothek des deutschen arch. Inst., s. v. Suessula.