Sud
– Nel corso del 20° sec. i geografi europei hanno descritto le aree meridionali come ineluttabilmente sottosviluppate e meno adatte al progresso (con rare eccezioni per la parte meridionale di alcuni stati nordici, come Regno Unito o Svezia): dal meridione d’Italia, alle repubbliche meridionali degli Stati Uniti, a interi continenti ricondotti, con gravi generalizzazioni, sotto la sbrigativa denominazione di Terzo mondo. Contraddicendo questa sorta di determinismo geografico, negli ultimi dieci anni si sono proposti sulla ribalta internazionale nuovi soggetti provenienti dal S., tra cui India e Brasile, ma anche il nuovo Sudafrica post apartheid e alcuni stati della regione indocinese. In prospettiva, molti osservatori prevedono che in futuro emergeranno nuovi protagonisti soprattutto dall’Africa e dal Sudamerica. Con l’acuirsi della crisi, alcuni analisti dell’Europa settentrionale hanno ripreso a diffondere un giudizio negativo, prossimo al razzismo, sulle popolazioni degli stati del S., ossia Grecia, Italia, Spagna e Portogallo (sintetizzati dall’infelice acronimo PIGS; v. PIIGS) quasi come se fossero irrimediabilmente sottosviluppate e inferiori dal punto di vista morale, dimenticando gli ingenti sostegni che l’UE ha garantito ai paesi orientali provenienti dal blocco sovietico (compresi alcuni Länder tedeschi), o alle zone più povere delle isole britanniche.