successione
Nell'appello rivolto al lettore a non scoraggiarsi alla vista della pena inflitta in Purgatorio ai superbi, ma a pensare a " quello che verrà dopo di essa ", cioè alla beatitudine eterna: Non attender la forma del martìre: / pensa la succession; pensa ch'al peggio / oltre la gran sentenza non può ire (Pg X 110).
Come sostantivo astratto ricorre nel passo del Convivio in cui si dimostra che le ricchezze non costituiscono nobiltà. Due occorrenze si hanno dove si rileva che, mentre il desiderio della scienza si realizza per atti successivi e distinti, il desiderio della ricchezza resta sempre imperfetto, perché non abbraccia mai completamente il suo oggetto: lo desiderio de la scienza non è sempre uno, ma è molti, e finito l'uno, viene l'altro; sì che... non è crescere lo suo dilatare, ma successione di picciola cosa in grande cosa (IV XIII 1). Invece, quello… de la ricchezza è propriamente crescere, ché è sempre pur uno, sì che nulla successione quivi si vede, e per nullo termine e per nulla perfezione (§ 2); altro esempio al § 3.
In un altro luogo s. indica il fenomeno giuridico per il quale una persona subentra a un'altra nella titolarità di un patrimonio: talvolta le ricchezze vegnono da fortuna che è da ragione aiutata, sì come per testamenti o per mutua successione (IV XI 7).