SUBLIMINALE
. Questo termine, usato per la prima volta da A. H. Pierce, è stato adoperato in senso estensivo da F. W. H. Myers, che al concetto di "sé subliminale" (subliminal self) ha dedicato uno dei suoi scritti principali, sviluppandolo poi compiutamente nell'opera sua fondamentale, pubblicata postuma, Human Personality and its Survival of Bodily Death (voll. 2, Londra 1903). Secondo il Myers la psiche umana non manifesta normalmente se non una piccola parte dei suoi processi, che si svolgono per il resto sotto il livello della coscienza e non sono di per sé assoggettati alle limitazioni spazio-temporali, né, in genere, alle condizioni abituali della cerebrazione. Di tali processi, detti dal Myers "subliminali" appunto perché considerati sub limine rispetto alla coscienza, sarebbero particolari manifestazioni i fenomeni di scrittura automatica, di suggestione postipnotica, di conoscenza extranormale (chiaroveggenza, telepatia), e in genere tutti i fenomeni di ordine mentale studiati dalle odierne ricerche psichiche (v. psichica, ricerca). Dalla considerazione del subliminale psichico come largamente trascendente rispetto alla coscienza normale, e di per sé indipendente dall'organismo somatico (che ne sarebbe un semplice strumento), il Myers giunse a concludere che il nucleo più vero e profondo della personalità psichica umana deve anche sopravvivere alla morte corporea.
Questa concezione, che per molti versi potrebbe chiamarsi metafisica, del Myers, non ha trovato sinora larga accoglienza nel mondo degli psicologi e dei filosofi: molti dei quali non sono disposti ad ammettere che sì possa parlare di processi psichici incoscienti, e tanto meno, quindi, ad aderire a un concetto così vasto e comprensivo di tali processi quale è stato più sopra delineato. Per la psicologia più ortodossa si possono tutt'al più considerare come incoscienti (o subcoscienti, o "subliminali" nel senso del Myers) solo quei processi di eccitazione di elementi somatici, principalmente del sistema nervoso, che come tali non giungono alla coscienza. Essi non sarebbero comunque processi psichici, ma si svolgerebbero sempre sul piano fisiologico. Contro questa tesi altri indirizzi psicologici, e principalmente la psicoanalisi (v.), oppongono tutta una serie di osservazioni e di considerazioni, in base alle quali molte delle idee del Myers ricevono conferma, e per cui si gettano luci nuove sui più varî fenomeni psichici normali e anormali. La psicoanalisi afferma, tra l'altro, convalidando le vedute del Myers: a) che i processi psichici sono di per sé inconsci, la coscienza non essendo altro che un sensorio percettivo di qualità psichiche; b) che l'inconscio non conosce né spazio né tempo, cosicché i processi psichici inconsci sono acroni; c) che l'esistenza dei processi psichici inconsci è pienamente ed effettivamente testimoniata dai fenomeni cui si è principalmente riferito il Myers, e inoltre anche da molte altre manifestazioni, assai più frequenti e note, quali i sogni, i lapsus, gli atti sintomatici, i sintomi nevrotici, ecc.