SUBLIME PORTA
Traduzione del termine turco composto con parole arabe in costruzione persiana bāb-i ‛ālī "l'Alta Porta", che designava il governo dell'impero ottomano. L'uso dei sovrani e dei ministri orientali di esercitare sulla porta della tenda o del palazzo il loro ufficio di giudici e regolatori degli affari pubblici spiega la denominazione di bāb (in turco qapï) "porta" data alle loro residenze o uffici. Così va intesa anche la denominazione der-i se‛ādet "porta della felicità" (der persiano "porta", se‛ādet arabo "felicità") con cui era designata Costantinopoli nell'uso letterario e ufficiale. "Porte" erano chiamate anche i varî reparti esterni e interni del palazzo dei sultani ottomani. Inoltre si distinguevano una "porta del Gran Visir" (vezīr-i a‛ẓam qapïsï), una "porta dell'Agha dei Giannizzeri", ecc. La "porta dell'Agha dei Giannizzeri" diventò sotto Mahmūd II il Seraschierato e poi il Ministero della guerra; invece si mantenne l'uso di chiamare bāb-i ‛ālī l'ufficio del gran visir, dal quale dipendevano il re'īs ul-kuttāb, poi ministro degli Esteri, e altri funzionarî, che dirigevano gli affari del governo specialmente nelle relazioni con l'estero. L'uso di chiamare "Sublime porta" o semplicemente "Porta" il governo ottomano invalse nelle cancellerie europee, mantenendosi fino alla caduta dell'impero e all'abolizione del sultanato (1° novembre 1922).