subitamente
Ricorre in tutte le opere (mai nel Fiore e nel Detto), alternandosi con l'avverbio ‛ subito ' o con la locuzione avverbiale ‛ di subito ', che hanno i medesimi significati. In poesia si trova sempre o in rima o all'inizio del verso.
Vale " all'improvviso ", " d'un tratto ", e indica che un fatto avviene inaspettatamente, senza essere previsto o preannunziato (in quest'accezione non ricorre mai in prosa): Vn III 11 7 m'apparve Amor subitamente, / cui essenza membrar mi dà orrore; Rime LXVII 64 a tutte mie virtù fu posto un freno / subitamente, sì ch'io caddi in terra; If X 28 Subitamente questo suono uscìo / d'una de l'arche (qui l'avverbio è anche in posizione ‛ forte ' all'inizio della terzina); Pg XXVIII 38 com'elli appare / subitamente cosa che disvia / per maraviglia tutto altro pensare; e così in Rime CXVII 7, Rime dubbie XVI 7, Pg I 136, XVIII 89.
Può anche sottolineare la rapidità con la quale si svolge un'azione. In questo caso assume le seguenti accezioni: " senza indugio ": Cv IV VII 5 Poi che la mala condizione di questa populare oppinione è narrata, subitamente... quella percuot [o]; Pg II 128 li colombi... / se cosa appare ond'elli abbian paura, / subitamente lasciano star l'esca; " in breve periodo di tempo ": Cv II II 3 non subitamente nasce amore e fasci grande e viene perfetto, ma vuole tempo alcuno e nutrimento di pensieri, e I IX 7; " con grande rapidità ", " celermente ": Vn IX 7 dette queste parole, disparve questa mia imaginazione tutta subitamente; Pd X 38 È Bëatrice quella che sì scorge / di bene in meglio, sì subitamente / che l'atto suo per tempo non si sporge; Cv III IX 9.
Qualche dubbio ha suscitato nel Porena il valore dell'avverbio in Pd XX 5 lo ciel, che sol di lui [del sole] prima s'accende, / subitamente si rifà parvente / per molte luci, in che una risplende; infatti, osserva quel critico, l'accensione delle stelle in cielo è lenta e graduale, sicché appare difficilmente comprensibile per quali ragioni D. abbia usato l'avverbio; si può anzi supporre che D. abbia dato a s. il valore etimologico di " successivamente ", il che - d'altra parte - appare poco probabile allo stesso Porena. Su questa difficoltà esegetica si soffermano anche il Mattalia e il Chimenz, che ritengono di poterla risolvere con la considerazione che D. abbia trascurato l'esattezza del dato naturale per " esprimere quella sensazione d'improvvisa e quasi magica scoperta di chi, prima disattento... levi, a un certo momento, gli occhi al cielo " (Mattalia).