SUAKIN (A. T., 115)
Porto del Sudan Anglo-Egiziano, sulla costa occidentale del Mar Rosso, circa a mezza strada fra Suez e Aden. La città, con alcuni belli edifici, sorge su un'isoletta coralligena connessa col sobborgo di el-Kef per un viadotto, ed è contornata di lagune salmastre e da banchi di sabbia che le sono al tempo stesso scudo e ostacolo. Il porto, riparato dai venti dominanti, non ha fondali sufficienti per i piroscafi di notevole pescaggio ed è di entrata difficile causa i bassifondi e gli scogli coralligeni, tra i quali giuoca una corrente sottomarina. Per la sua posizione rispetto ai centri commerciali della valle del Nilo (Berber, Khartum) e dell'Atbara (Kassala), Suakin, che in epoca alessandrina e poi nel periodo della dominazione araba musulmana ebbe già notevole importanza, avrebbe potuto svilupparsi anche recentemente, dopo che nel 1884 fu base di operazioni delle truppe inglesi contro i dervisci. In quell'epoca venne fortificata la città e fu ripreso il progetto della costruzione di un tronco ferroviario tra Suakin e la valle del Nilo, progetto già studiato per conto di Ismail Pascià dall'ingegnere italiano Angelo Messedaglia bey; ma poi la ferrovia, inaugurata nel 1906, fu costruita con una diramazione per Porto Sudan (v.), che si trova una settantina di chilometri più a nord, e qui si costituì il porto, sempre più prospero e fiorente, del Sudan Orientale, mentre Suakin rapidamente decadde. Oggi essa non ha importanza che per la pesca delle perle, e per qualche coltivazione di cotone nei dintorni, a Tōkar.