Pseudon. dello scrittore cinese Tong Zhonggui (n. Suzhou, Jiangsu, 1963). Inserito dalla critica tra i maggiori narratori cinesi contemporanei, abile nell'intrecciare piani narrativi e temporali diversi, S. T. si giova di uno stile agile e sfaccettato, in cui toni quotidiani anche crudi convivono con reminiscenze classiche. Tra le sue opere Qiqie chengqun (1989; trad. it. Mogli e concubine, 1992).
Laureatosi nel 1984 presso il dipartimento di cinese del Magistero di Pechino, dal 1986 è redattore della rivista letteraria Zhongshan ("Il monte Zhong") di Nanchino, e dal 1993 è membro dell'Associazione degli scrittori cinesi. Oltre a una solida preparazione cinese tradizionale, nella sua formazione letteraria ha avuto grande importanza la scoperta della narrativa americana (Hemingway, Faulkner, Salinger) e dell'opera di Borges.
Tema del suo primo importante romanzo, Yingsu zhi jia (1988; trad. it. La casa dell'oppio, 1995), ambientato nell'immaginario, metaforico villaggio di Fengyangshu, è il disfacimento di una famiglia di proprietari di coltivazioni di oppio, sullo sfondo del crollo della vecchia Cina nei primi decenni del Novecento. In tale periodo storico si svolgono anche le vicende narrate in Qiqie chengqun (1989; trad. it. Mogli e concubine, 1992), romanzo incentrato sul tragico destino di una donna schiacciata all'interno di una famiglia di impianto tradizionale, groviglio di rivalità e di rancori; un'eccellente versione cinematografica (Lanterne rosse) ne ha offerto il regista Zhang Yimou nel 1991. L'analisi di caratteri inermi, specialmente femminili, travolti da costrizioni e violenze sociali, è anche il motivo centrale di Hongfen (1991; trad. it. Cipria, 1993), che racconta le vicende di due prostitute dopo la chiusura dei bordelli. Al filone fantastico della letteratura cinese di tradizione popolare s'ispira invece l'ironico, amaro romanzo di ambientazione contemporanea Sui wa (1997; trad. it. Spiriti senza pace, 2000). Racconti e romanzi brevi legati al mondo di Fengyangshu sono stati raccolti e pubblicati col titolo Shijie liangce: Fengyangshude gushi (1993; trad. it. I due volti del mondo: storie di Fengyangshu, 1ª parte, 2000). Tra le pubblicazioni successive sono da ricordare Funu shenghuo (2003; trad. it. Vite di donne, 2008), in cui sono narrate le amare vicende della vita di tre generazioni di donne, e Wode diwang shengya (2004; trad. it. Quando ero imperatore, 2004), ritratto quasi fiabesco di una Cina lontana nel tempo e nello spazio.