STYPPAX (Στύππαξ, Styppax)
Bronzista di Cipro, attivo ad Atene e ad Olimpia nel V sec. a. C.
Plinio lo ricorda nel primo elenco dei bronzisti, affermando che la sua fama era assicurata da una sola statua, lo Splanchnòptes (Nat. hist., xxxiv, 81) che altrove è detta nobilis (xxii, 43). Essa rappresentava un giovane in atto di arrostire le viscere d'un animale sacrificato, soffiando sul fuoco a piene gote; sarebbe stata dedicata sull'Acropoli per la prodigiosa guarigione d'un operaio caduto dalle impalcature durante la costruzione del Partenone. Un'altra versione parlava d'un infortunio avvenuto nella fabbrica dei Propilei, e della dedica da parte di Pericle dell'Atena Hygilia (Plut., Perikles, 13). Non si è dato finora molto credito a questa tradizione, soprattutto perché era sembrato impossibile attribuire all'età di Pericle l'Atena Hygièia di cui era nota la base firmata da Pyrrhos (Lippold); tuttavia la cronologia recentemente proposta per Pyrrhos (v.) non contraddice la notizia delle fonti, e di riflesso conforta anche la tradizione sullo Splanchnòptes.
Una maggiore difficoltà nasce invece dal sospetto che nella descrizione pliniana vi sia confusione con la statua attribuita a Lykios figlio di Mirone, che rappresentava un fanciullo in atto di ravvivare la fiamma. L'opportunità di distinguere le due figure, viene anche dalla duplice tradizione iconografica della pittura vascolare attica. Fino alla metà del V sec. a. C., nelle scene di sacrificio è presente talvolta un personaggio accosciato presso l'ara in atto di soffiare, mentre negli anni successivi al 430 appare anche un efebo stante che tende gli spiedi sulla fiamma dell'altare. Pare che questa figura nuda sia ispirata da un'opera plastica, perché è riprodotta uguale, ma come da differenti punti di vista, almeno tre volte; potrebbe esserne stato il modello il capolavoro di Styppax.
Il tentativo di identificarne delle copie tra le sculture conservate, non ha dato finora risultati sicuri. Tuttavia la proposta di riconoscere lo Splanchnòptes in una statua romana dall'Olympieion di Atene (Mayer) è stata suffragata dalla scoperta di un bronzetto a Dodona con un giovane che impugna una sorta di tridente (von Salis): se ne ricostruisce una figura con ponderazione simile a quella dell'Apollo dell'Omphalòs, compatibile con il tipo suggerito dalla pittura vascolare. A voler dar credito alla cronologia tradizionale, che pone il donario al tempo di Pericle, si dovrebbe concludere che lo scultore cercava effetti di monumentalità proprî dello stile severo, arcaizzando intenzionalmente. L'attività di S. ad Olimpia è ricordata a proposito dell'impianto dell'hippaphesis nell'ippodromo (Laterculi Alexandrini), in un momento che si deve immaginare posteriore al progetto di Kleoitas (v.) ed anteriore ai perfezionamenti di Aristeides (v.).
Bibl.: J. Overbeck, Schriftquellen, n. 868 s.; M. Mayer, Splanchnoptes, in Jahrbuch, VIII, 1893, p. 218 ss.; A. von Salis, Splanchnoptes, in Ath. Mitt., XXXI, 1906, p. 352 ss.; A. Greifenhagen, in C. V. A., Bonn, Akademisches Kunstmuseum, I, 1938, p. 40; G. Lippold, in Pauly-Wissowa, IV A, 1931, c. 454, s. v.; id., Die Plastik in Handbuch der Archaeologie, III, i, 1950, p. 176; G. Rizza, Una nuova pelike a figure rosse e lo "Splanchnoptes" di Styppax, in Ann. Atene, XXXVII-XXXVIII, n. s., XXI-XXII, 1959-1960, p. 321 ss.; P. E. Arias, Una nuova rappresentaz. di S., in Studi L. Banti, Roma 1965, p. 23 ss.