STYLOPINAKIA (στυλοπινάκια)
Conosciamo il termine solo dalla descrizione del tempio dedicato ad Apollonide, 'moglie di Attalo I, dai figli Eumene II e Attalo (il futuro Attalo II), alla conclusione delle guerre contro i Galati nel 166 a.C.: il monumento sorgeva a Ci- zico, dove la donna era nata. Nell'intitolazione del terzo libro della Anthologia Graeca, sono indicati quali s. i piccoli quadri plastici che ornavano il santuario: «Epigrammi a Cizico, nel Tempio di Apollonide, madre di Attalo ed Eumene, che erano stati incisi sugli s. comprendenti storie a rilievo, come segue». La sequenza riguardava esempi di pietà filiale, intesi a sublimare la devozione dei dinasti per la basìlissa, citata nell'iscrizione dell'Altare di Zeus, e allegoricamente espressa con la figura di Hera nella Gigantomachia. Indicazioni secondarie della tradizione manoscritta mettono in relazione le immagini di Cizico con elementi strutturali: il titolo del secondo poemetto dice che «la seconda colonna (kìon) reca Telefo che riconosce la propria madre»; in un lemma del terzo epigramma si legge: «Il terzo pìnax del terzo stilobate», e così per il quarto.
Di per sé le notazioni non sono coerenti e lasciano aperta l'incertezza tra tavole applicate alle colonne del tempio, tamburi inferiori delle colonne stesse istoriati, o rilievi sui dadi di base: si tratta d'interpretazioni che non si correlavano a notizie più sicure di quelle di cui disponiamo, per cui è lecito continuare a interrogarsi su altre possibilità. Di recente è stata ribadita l'ipotesi che si trattasse di tavolette su sottili sostegni a candelabra, quali appaiono frequentemente riprodotte nella decorazione parietale romana di III stile (Pairault-Massa). Tuttavia vediamo realizzati con tale artificio soltanto dipinti, data la debolezza dei supporti, mentre l'unico dato certo degli s. di Cizico è che contenevano quadri plastici. Poiché conosciamo a Pergamo una composizione di questo genere in marmo con il Prometeo liberato (v. pergamena, arte), che non era isolata nella stoà del Santuario di Atena, è suggestivo spiegare il termine s. nel senso di altorilievi affiancati da colonnine.
Numerosi sono gli esempî di rilievi così inquadrati sulle urne etnische, di cui è dimostrata l'iconografia pergamena: se pensiamo alla fitta successione di questi monumenti nelle camere sepolcrali, si comprende come il risultato fosse simile all'originaria partitura decorativa di una serie di pannelli mediante balaustri. Quadri plastici racchiusi tra colonne si trovano successivamente a Mileto nell'Altare di Augusto. Il sistema viene ripreso in età adria- nea dal fregio di Villa Adriana al Vaticano, con una sequenza di scene mitologiche, tra le quali l'Arianna a Nasso è di schietta ispirazione pergamena. Infine la produzione asiana di sarcofagi a colonne inizia con esemplari del tipo di quello di Antalya con le fatiche di Eracle, dove i sostegni architettonici erano limitati agli angoli della cassa, per cui ciascuna faccia a rilievo appariva come un quadro plastico tra colonne.
La riscoperta erudita dell'originario valore decorativo degli s. è evidente nel Museo Maffeiano a Verona, dove le fronti scolpite di alcune urne etrusche a colonnine sono state inserite nelle pareti come quadri plastici.
Bibl.: F.-H. Pairault-Massa, Il problema degli stylopinakia del Tempio di Apollonis a Cizico. Alcune considerazioni, in AnnPerugia, XIX, 1981-82, pp. 147-219; R. Stupperich, Das Statuenprogramm in den Zeuxippos-Thermen, in IstMitt, XXXII, 1982, pp. 210-235; Ρ· Moreno, Scultura ellenistica, I, Roma 1994, pp. 569-570, 597-601, figg. 739-741. - Urne etrusche con rilievo inquadrato da colonnine: G. Cateni, F. Fiaschi, Le urne di Volterra, Firenze 1984, tav. XIII; F.-H. Pairault-Massa, op. cit., fig. III; D. Modonesi, Museo Maffeiano. Urne etrusche e stele paleovenete, Bergamo 1990, pp. 24-25, n. 6; p. 40, n. ι8. - Altare di Augusto, Mileto: Κ. Tuchelt, Bouleuterion und Ara Augusti, in IstMitt, XXV, 1975, pp. 91-140, in part. pp. 136-140, fig. 15, tavv. allegate I, II, 2; id., Frühe Denkmäler Roms in Kleinasien, I. Roma und Promagistrate (IstMitt, Suppl. XXIII), Tubinga 1979, p. 128; H. Hänlein-Schäfer, Veneratio Augusti, Roma 1985, pp. 64, 177, 286; P. Zanker, Augusto e il potere delle immagini, Torino 1989, pp. 315-316, fig. 230. - Sarcofago asiano a colonne angolari con imprese di Eracle, Antalya, Museo, inv. 1.11.81, ricomposto con un frammento già esposto a Malibu, Getty Museum: Κ. Dörtlük, Antalya. Museum Führer, Ankara-Istanbul 1989, p. 58, ivi figura.